Un settore consolidato e affidabile, con caratteristiche di solidità e redditività paragonabili ad altri settori premium del made in Italy. La mozzarella di bufala campana rappresenta uno straordinario prodotto della tradizione agroalimentare italiana ma è al tempo stesso un importante motore economico a livello locale. Un esempio di come qualità e tradizione possano rappresentare non solo un elemento identitario ma soprattutto uno strumento per creare reddito e occupazione, trattandosi di una filiera di produzione profondamente integrata nel territorio. Ciò determina l’elevato impatto occupazionale complessivo che, considerando tutti gli occupati lungo la filiera, supera le 11 mila unità. Se consideriamo dunque l’intero sistema delle aziende aderenti al consorzio stiamo parlando di uno delle maggiori realtà industriali del Mezzogiorno e della principale agglomerazione produttiva del settore agro-alimentare meridionale. Lo studio Svimez sull’impatto socio-economico della Mozzarella di Bufala Campana DOP, fornisce dati entusiasmanti. Il fatturato delle imprese della filiera bufalina è stato pari, nel 2017, a 577 milioni di euro, generando, direttamente e indirettamente, un volume di produzione stimabile attorno a 1 miliardo e 218 milioni di euro. In base alle analisi, per ogni euro di prodotto fatturato dal “Consorzio”, se ne creano poco più di 2 nel sistema economico locale. Le unità di lavoro impiegate complessivamente nella filiera sono 11.200: in percentuale rispetto all’occupazione totale delle province di Caserta e Salerno è l’1,5%. L’incidenza della filiera bufalina sul Pil totale delle due province è pari all’1,4%. A fine 2017, in Italia si contavano 400.792 capi bufalini: quasi i tre quarti dei capi bufalini sono allevati in Campania. La filiera della mozzarella di bufala campana DOP è costituita da 1.267 allevatori, cui fanno capo 1.274 allevamenti, per un totale di circa 270 mila capi bufalini. In base ai dati del “Consorzio”, in 25 anni, la produzione di “mozzarella di bufala campana DOP” è più che quadruplicata, passando da 115 mila a 494 mila tonnellate, con una crescita media annua del 6%. La produzione è fortemente concentrata nelle province di Caserta (circa il 63% nel 2018) e Salerno (circa il 30%).
La Svimez rileva una forte vocazione all’export dei produttori di mozzarella di bufala. Nel 2018, le vendite in Italia sono state pari al 66,60% e all’estero al 33,40%. All’estero, i mercati di sbocco principali sono: Germania, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Spagna, Svizzera, con un recente forte incremento nei Paesi Bassi.