Cibo buono, pulito, giusto e sano: questa la filosofia dello Slow Food, l’associazione non-profit internazionale fondata da Carlo Petrini nel 1986, con l’obiettivo di promuovere nel mondo un cibo buono da mangiare, pulito perché ecosostenibile, giusto perché rispettoso dell’equità sociale durante la produzione e la commercializzazione, sano perché derivato da un ambiente a da pratiche salubri.
Quella dello slow food è una realtà a livelli: internazionale, nazionale, regionale e territoriale. Quest’ultimo è suddiviso in condotte, come la Condotta Slow Food Clento, nata circa 16 anni fa recependo la filosofia del “diritto al piacere” di Carlo Petrini, ma evolvendosi nel corso degli anni, fino a diventare un movimento costruito intorno al cibo, inteso non solo come elemento da portare in osteria, ma anche come fattore responsabile dei cambiamenti climatici, della tutela del territorio e, dunque, da seguire nel processo di equa e sana coltivazione, produzione, nonché vendita.
La Condotta Slow Food Cilento è espressione del territorio locale in cui opera, ma su alcuni temi, vive collaborazioni anche a livello regionale e nazionale. “Questo è un anno di congresso – spiega Elisa Pettinati, fiduciaria della Condotta Cilento – e ad Ottobre ci sarà il congresso nazionale e internazionale; è un momento di cambiamento della parte organizzativa e dei contenuti, ma non della sostanza, della visione finale per cui Slow Food diventi il movimento del cibo per eccellenza, cosa che già gli è riconosciuta, e possa dunque incidere sulle politiche internazionali, nazionali e locali che ruotano attorno al cibo”.
La Condotta Cilento opera nei comuni che ricadono nell’area del monte Stella, da Agropoli a Pollica lungo la fascia costiera, da Prignano Cilento a Omignano, sul versante interno, e nel territorio dei comuni posti lungo la valle del Calore, da Roccadaspide a Felitto sul versante sud, da Aquara a Piaggine e Valle dell’Angelo sul versante nord.
Di recente, i sindaci dei comuni di Agropoli, Capaccio Paestum e Piaggine hanno firmato la Carta di Piaggine per la pastorizia, rafforzando rapporti di sinergia. Il Cilento ha un territorio prettamente agricolo e dunque la Condotta è principalmente concentrata sulla promozione della biodiversità, sull’agricoltura e sulla produzione, sviluppando iniziative in loco, che si riflettono poi a livello globale.
“Il Cilento è una zona abbastanza protetta – spiega Pettinati – e noi, con piccole azioni cerchiamo di risolvere i problemi ancora presenti quali lo spopolamento e la mancanza di lavoro, cercando di intercettare quel lieve ritorno dei giovani all’agricoltura e facendo leva su quei giovani che prendono in mano aziende agricole e agrituristiche dei loro padri, soprattutto per quei i territori che rappresentano presidi slow food, elementi di forte espressione locale, quali ad esempio i ceci di Cicereale, il Fusillo di Felitto, fico monnato di Prignano, il Fagiolo di Controne, l’Oliva Salella ammaccata del Cilento, il Cacioricotta del Cilento, un prodotto del pascolo della capra cilentana, una razza autoctona segnalata sull’Arca del Gusto di Slow Food”.
Tra le attività intraprese dall’Associazione vi è un ricco calendario di experience, laboratori svolti in loco, in aziende ed agriturismi, per promuovere l’incontro tra saperi e sapori, mettendo in rete progetti e soggetti, produttori e consumatori, del territorio.
Infine, a Maggio ripartirà il Mercato della Terra, allestito probabilmente negli spazi esterni della Fornace di Agropoli: una ventina di soci che producono in modo ecosostenibile, non necessariamente tutti con pratiche bio, venderanno in maniera diretta i loro prodotti e presidi slow food, ma saranno anche allestiti spazi per attività educative, degustazioni guidate, attività per i bambini, aree musicali. Ecco perché lo slogan è “Non un mercato qualunque”, dove si va a fare solo la spesa e dove spesso manca il rapporto diretto con il produttore.
Infine, l’Associazione ha in programma il potenziamento di lavori con e per le scuole, puntando alle mense scolastiche per garantire loro un cibo più sano e collaborare con i giovani delle scuole superiori per i progetti di alternanza scuola-lavoro facendoli avvicinare al modus operandi della Condotta.
Abbracciare le pratiche “slow” non implica il rifiuto della modernità, quanto piuttosto il suo superamento, perché si tratta di fare meglio o di più, con meno, riscoprendo i sapori e i saperi dei cibi contro una sovrabbondanza fittizia e spesso contraffatta.
Slow food, letteralmente “cibo lento”, è dunque una filosofia, oltre che uno stile di vita, per approcciarsi ad una cultura enogastronomica in evidente contrasto con le catene dei fast food le quali, pur interpretando i ritmi frenetici della modernità, troppo spesso finiscono per abbandonare un sistema alimentare equo e sostenibile caratteristico, invece, dello Slow Food, il cui simbolo è la chiocciola stilizzata, della quale è urgente ritrovare quella saggezza che Ivan Illich e Sepùlveda vedevano insita non soltanto nella sua necessaria lentezza, ma anche nella sua delicata architettura a spire crescenti e decrescenti, nel rispetto del proprio limite e benessere.