La ricerca dei prodotti tipici nell’ambito del turismo esperienziale

Nonostante le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria Covid a sagre e manifestazioni enogastronomiche, oltre un italiano su 2 (53%) in vacanza si affaccia a un turismo esperienziale di impronta enogastronomica. E rientra a casa assicurandosi i prodotti della tradizione locale. Tra le specialità più acquistate primeggiano a sorpresa i formaggi davanti a salumi, vino e olio extravergine d’oliva. L’acquisto di prodotti tipici come ricordo delle vacanze è una tendenza recente favorita, sottolinea la Coldiretti, dal moltiplicarsi delle occasioni di valorizzazione dei prodotti locali che si è verifica nei principali luoghi di villeggiatura, con percorsi enogastronomici, città del gusto, aziende e mercati, nonostante le restrizioni imposte dalle misure sul distanziamento sociale.

Il 59% degli italiani in vacanza nel Belpaese ha deciso di visitare frantoi, malghe, cantine, aziende, agriturismi o mercati degli agricoltori per acquistare prodotti locali a chilometri zero direttamente dai produttori e ottimizzare il rapporto prezzo/qualità. Un ruolo importante in tutto ciò è rappresentato dai piccoli borghi dove nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali secondo l’indagine Coldiretti/Symbola, una ricchezza conservata nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture storiche.

La ricerca dei prodotti tipici è diventato un ingrediente irrinunciabile delle vacanze in un Paese come l’Italia che è leader mondiale del turismo enogastronomico potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa con 316 specialità ad indicazione geografica riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5266 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 80mila operatori biologici e la più grande rete mondiale di mercati di agricoltori e fattorie.

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