Treofan, la Jindal non fornisce risposte e la mobilitazione diventa nazionale

Nella riunione tenutasi l’altro ieri al Ministero dello Sviluppo Economico il gruppo Indiano Jindal non ha fornito alcuna risposta alle domande formulate dalle Organizzazioni Sindacali e dal Governo. Nessuna risposta sui piani industriali di Terni e Brindisi, né sulla volontà di procedere in modo celere alla cessione dello stabilimento di Battipaglia. Ancora una volta i rappresentanti del gruppo indiano non si sono presentati all’incontro convocato dalle istituzioni. E pensare che il posticipo della riunione già calendarizzata per il giorno 15 ottobre scorso, era stato richiesto dalla stessa azienda, in quanto aveva necessità di ulteriori 15 giorni per fornire le risposte alle domande già precedentemente formulate da lavoratori e istituzioni, garantendo anche la presenza al tavolo.

A Battipaglia lo stabilimento è fermo ormai dal mese di dicembre scorso, 54 sono i lavoratori in trattamento di Cassa Integrazione Straordinaria con scadenza definitiva al 1 marzo (erano 70 al momento della chiusura, a cui vanno sommati più di 100 lavoratori dell’indotto che purtroppo sono stati i primi a pagare definitivamente la scelta della chiusura). Vertus, la società che ha avuto dall’azienda e dal Ministero il compito di effettuare un lavoro di “scouting” per la ricerca di imprenditori interessati a riavviare la produzione dello stabilimento, ha confermato al tavolo di essere in possesso di 4 manifestazioni di interesse non vincolanti, di cui 3 avanzate da imprese italiane, già inviate al gruppo Jindal per una valutazione. Il management Jindal ha risposto che la valutazione resta complicata a causa della presenza di un approccio culturale diverso da parte degli indiani, non abituato a tali modalità. Nessuna risposta è stata data, nemmeno sul fronte della tempistica necessaria alla valutazione stessa.

Le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil hanno così indetto lo stato di agitazione nazionale. Un atto che intende favorire uno spirito di coesione e di solidarietà tra i lavoratori, una risposta forte e univoca lanciata attraverso il Coordinamento Nazionale Sindacale fissato per il 5 di novembre a Napoli. Un momento deputato alla definizione delle iniziative di lotta da adottare sul territorio nazionale.

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