Traffico d’artista: cronaca di una domenica pomeriggio in centro

Sono sempre stata una persona ambiziosa, difficilmente ho rinunciato a qualcosa nella vita, specialmente se l’avevo fortemente desiderata. E invece, ieri pomeriggio è accaduto.

Ore 16.05

Prendere la decisione di scendere di casa dopo il pranzo della domenica a Salerno è già un’attività estrema di per sé, ma per raggiungere il centro e respirare l’atmosfera natalizia del primo dicembre pensi che ne valga decisamente la pena. Le strade della città, da Baronissi alla zona orientale, sono affollate di persone e auto, si respira una bella aria.

Ore 16.37

Dopo aver percorso la zona del Trincerone, Piazza San Francesco e, infine, in uno slancio di immotivato ottimismo, tutta via Roma e aver dato un primo sguardo alle luminarie, fantasticando e immaginando di bere una cioccolata calda in un bar del centro, è tempo di trovare parcheggio. Abbassando lo sguardo e distogliendolo dalle luccicanti decorazioni, si può facilmente notare come quasi ogni centimetro di asfalto sia occupato da un’auto in sosta. Alcune perfettamente in regola, altre un po’ meno, altre ancora lasciate per strada come fossero state abbandonate al proprio destino in preda ad un’improvvisa fuga.

Ore 17.00

Il gioco inizia a farsi duro e allora è necessario uno sguardo molto più profondo nei meandri dei parcheggi più impensabili. Siamo in zona Porto, una fila chilometrica e inquietante di autobus in sosta fa capolino da una curva. Sono circa 300 quelli arrivati a Salerno, da ogni parte d’Italia, nel primo fine settimana di Luci d’Artista. Penso di aver trovato un posto: ci sono anche altre macchine, niente strisce blu, niente strisce gialle, niente passo carrabile. Sì, sembra tutto in regola. Per precauzione è meglio chiedere a un vigile urbano, onde evitare brutte sorprese al ritorno. Purtroppo, dopo averci parlato mi sento ancora più confusa e decido di spostarla, quasi certa di una rimozione forzata “se due pullman s’incontrano e non riescono a passare”. Ma come? E il piano speciale per il traffico durante il periodo delle Luci?

Il piano anti traffico prevede l’istituzione di una Ztl per gli autobus turistici. Infatti, il divieto di sosta e transito per gli autobus turistici sul territorio comunale dovrebbe vigere da via Lista, nei pressi del teatro Verdi fino a Piazza Malta e da via Giovanni Santoro, nei pressi della foce dell’Irno. Allora perché dovrebbero incontrarsi dove non dovrebbero neanche transitare?

Ed è a questo punto che rimango “incastrata” in una zona di parcheggio che prevede un’entrata ma non un’uscita, costringendomi a procedere in retromarcia fino ad immettermi nuovamente in strada e a proseguire la disperata ricerca.

Ore 17.26

Mentre proseguo tra le file di macchine in un continuo ed incessante movimento di start and stop, rifletto sul meccanismo che porta alla costruzione delle caratteristiche navi in bottiglia. Mi sento un po’ così, incapace di entrare e di uscire, interrogandomi su quale sia la soluzione più furba per uscire il più in fretta possibile da questa situazione. Penso che sia normale, in una città che fa delle Luci d’Artista la principale attrazione del proprio turismo invernale, un minimo di condensazione e di incolonnamento. Ma qual è il limite? Per un residente salernitano che non si muove in autobus e non prenota un parcheggio online risulta davvero impossibile raggiungere il centro con l’auto durante il fine settimana e la voglia di immergersi nella magia delle luci si spegne lentamente di settimana in settimana.

Ore 17.45

Zona bar Nettuno. Ecco un posto. Che fortuna! Una macchina sta uscendo, così ci posizioniamo subito dopo di essa mentre aspettiamo che liberi il posto. Ecco arrivare un’altra auto, in attesa della stessa identica cosa. Non ho mai litigato per un parcheggio e non sono una di quelle persone che scende dall’auto e si piazza in mezzo alle strisce blu a conservare il posto al proprio ragazzo che “sta facendo il giro”. Ma lo stress delle ultime due ore nel traffico, dei clacson, dei posti ingannevoli occupati da minuscole Smart mi hanno fatto innervosire. A me, che aspetto il Natale tutto l’anno e che la sua atmosfera mi rende felice da settembre fino a febbraio. Più o meno lo stesso periodo di Luci d’Artista. Decido di tornare a casa.

Il giorno dopo

La maggior parte dei giornali titola i proprio articoli così: “Boom di turisti per il primo week end di Luci d’Artista”, “300 autobus tra sabato e domenica per le luminarie di Salerno”. E io ci credo. I turisti ci sono. Arrivano, scendono dall’autobus, si accalcano per le strade di una città bellissima come Salerno che ha tante cose meravigliose da ammirare, ma purtroppo ancora troppe carenze. Non può essere considerata “europea” una città che costringe i propri residenti a rimanere relegati in casa o nelle zone periferiche durante i fine settimana tra dicembre e gennaio, a meno che non si abiti in centro oppure non si venga da fuori.

Sui social le immagini di resoconto non tardano ad arrivare.

E a noi piace prenderle in considerazione come fotografia di una realtà che da anni, ormai, divide i cittadini di una città tra coloro che continuano a sostenere che la kermesse Luci d’Artista sia un fiore all’occhiello del comune di Salerno, dando una forte scossa all’economia della città e coloro che continuano a lamentarsene perché ancora troppe cose vengono lasciate al caso.

Questo articolo non vuole essere la solita sterile polemica o una presa di posizione categorica contro un evento di cui si parla da anni e che – volente o nolente – conferisce lustro alla nostra città. Eppure ci sarebbero molte cose di cui discutere. Dei piani anti-traffico che siano davvero efficaci, ad esempio, o delle convenzioni con ristoranti e bar per evitare che essi diventino solo delle toilette a disposizione di orde di persone necessitanti o, ancora, un’attenzione in più alle zone periferiche le cui strade, spesso, non sono illuminate neanche dalla luce pubblica o sono completamente invase da spazzatura.

Ma comunque, questa, resta soltanto la cronaca – anche un po’ ironica – di una domenica pomeriggio in centro, a Salerno. Un racconto iper-soggettivo nato più come riflessione che come report del primo week end delle Luci. Domenica prossima, forse, ci riproverò in metropolitana.

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