Tornitori, meccanici, idraulici, elettricisti, falegnami: i lavori che nessuno vuole

Cercasi fresatori, tornitori, meccatronici, meccanici, idraulici, elettricisti, falegnami, cuochi, sommelier, responsabili di sala, pizzaioli, runner di sala e altri profili per la cucina. Le offerte di lavoro non mancano, a scarseggiare sono i candidati. L’annuncio parte dall’Agenzia per il Lavoro di Fmts che ha stilato la lista dei “profili introvabili”. Sono sei i settori che languono: industriale, manifatturiero, meccanico, meccatronico, elettromeccanico e della ristorazione.  Di fatto non ci sono candidati sufficientemente preparati in grado di colmare il vuoto occupazionale che si è creato (nella maggior parte dei casi) in seguito al pensionamento di figure storiche (o dovute all’arrivo di nuove commesse).

Dai database dell’Apl di Fmts emerge che gli ambiti più colpiti sono quelli di gomma e plastica, cartario, cartotecnico e pellicola. Ad oggi risulta difficile trovare fresatori, tornitori, meccatronici, meccanici ed in senso più generico, operai di linea. Per non parlare, poi, dei “mestieri”: falegnami, idraulici ed elettricisti.

La pandemia ha di fatto peggiorato un trend negativo che da tempo grava sul mercato del lavoro italiano: dalle politiche attive mai decollate alle distanze troppo grandi tra il sistema della formazione e quello delle imprese. E proprio su quest’ultimo punto che Fmts group lancia una proposta: istituire un tavolo tecnico con i ministri Patrizio Bianchi (Istruzione) e Andrea Orlando (Lavoro e Politiche Sociali), i rappresentanti del mondo della formazione e le associazioni di categoria.

“Saremmo lieti di ospitare il tavolo tecnico presso la nostra sede – rilancia il presidente e Ad di Fmts group, Giuseppe Melara – Il Sud sta facendo un lavoro straordinario per la ripresa e il rilancio; la presenza dei Ministri e dei rappresentanti del mondo della formazione e delle associazioni di categoria in una cittadina del Mezzogiorno d’Italia sarebbe un segnale importante. Crediamo nella necessità di pensare e progettare un nuovo modello secondo il quale il percorso scolastico e/o universitario debba essere in grado di rispondere fattivamente alle esigenze occupazionali. I dati parlano chiaro: è da qualche anno che le aziende non riescono a trovare dei profili adatti alle loro esigenze”.

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