L’ultimo evento sismico rilevante (magnitudo 3.1) è stato registrato questa mattina nella zona del mar Tirreno meridionale davanti alla costa calabrese. Registrato a un profondità di 11 chilometri, il sisma è stato avvertito lungo tutta la costa calabra settentrionale e fino al golfo di Policastro. Tutta la fascia costiera che si estende da Marina di Camerota fino alla provincia di Cosenza, curvando per Policastro e Sapri, è da settimane raggiunta dalle onde sismiche sprigionate da un intenso sciame in atto nello specchio di mare che i sismologi classificano come distretto del Tirreno Meridionale (MARE).
La scossa di magnitudo 4.4 del 25 ottobre ha inaugurato una sequenza che conta decine di eventi sismici, la maggioranza superiori a una magnitudo 2.5, con alcuni picchi di 3.5 e 3.7. Solo nell’ultima settimana se ne sono verificati 17, alcuni dei quali avvertiti nitidamente dalla popolazione che vive sulla fascia costiera. Per intenderci, le località sulla costa più vicine all’area epicentrale sono Diamante, Scalea e Maratea. Marina di Camerota, Sapri e Policastro per quel che concerne il territorio appartenente alla provincia di Salerno.
Per fare chiarezza sulla situazione occorre innanzitutto bandire l’allarmismo che serpeggia sul web, spesso fomentato anche dall’opportunismo di certa stampa pronta a speculare su eventi sismici fortunatamente ancora di lieve entità. Come precisato dall’Ingv nelle scorse settimane, lo sciame simico in corso non deve suscitare particolare apprensione essendo attive da sempre nel golfo di Policastro numerose faglie. Negli ultimi decenni, la zona che interessa il golfo di Policastro e fino alla Calabria tirrenica è stata interessata da un’attività sismica frequente, con terremoti di magnitudo inferiore a 5. Tuttavia gli esperti hanno precisato che lo sciame sismico in atto, diversamente da quanto ipotizzato allarmisticamente da alcuni organi di stampa, non ha alcun legame con la scoperta, frutto di una ricerca recentemente apparsa sulla prestigiosa rivista “Tectonics” dell’AGU (American Geophysical Union), di uno dei più grandi complessi vulcanici sottomarini italiani a soli 15 km dalla costa tirrenica calabrese, sviluppatosi dalla fusione di materiale proveniente dal mantello lungo e, in particolare, da una profonda frattura della crosta terrestre.
La fascia tirrenica in cui ricadono le scosse delle ultime settimane si distingue comunque per una pericolosità sismica moderata, pur trovandosi vicinissimo alle zone con la più alta pericolosità in Italia come testimoniano i numerosi terremoti avvenuti in passato sia in terra che in mare. L’area rimane sotto costante monitoraggio da parte dell’Ingv.