“Una settimana fa io e Frank, nel regolare esercizio di un servizio di volontariato, svolto anche ai sensi del punto 1.3 dell’Ordinanza Regionale n. 13 del 12/3/20, ci recavamo a prendere in consegna dei computer da donare alla scuola di Mercatello per sostenere la didattica a distanza di famiglie in difficoltà. Come tutti i giorni, avevo con me l’autocertificazione che attestava la motivazione della mia circolazione. Di fatto, successivamente, mi sarei recato al Palatulimieri, la struttura comunale aperta per i senzatetto, presso la quale da circa 2 mesi sono attivo quasi h24. Io e Francesco, quel giorno, abbiamo ricevuto una ammenda di 280 euro per assembramento mentre uscivamo da un distributore al quale avevamo prelevato un caffè. Rei di non aver chiesto, durante un diluvio, alle due persone ferme sull’uscio intenti a ripararsi dalla pioggia, di andare via, per permetterci di consumare”.
E ancora, si legge: “Un lavoro certosino, quotidiano, costante, che non si è arrestato un attimo dal 9 Marzo in poi, bloccato a causa del protagonismo di due agenti di polizia e della mancata sinergia e comunicazione tra gli enti che non sono in grado di sapere chi e cosa, seppur senza una divisa, sta lavorando incessantemente in strada con valide motivazioni, in favore dell’interesse pubblico, al fianco delle persone, specialmente degli ultimi e degli invisibili”.
A scriverlo su Facebook è Matteo Zagaria, giovane salernitano, che attraverso un post – corredato di fotografia del verbale – ha voluto rendere nota la vicenda di cui, purtroppo, si è trovato protagonista.
Chi vive Salerno, sa bene che Matteo è un giovane molto attivo all’interno della vita pubblica della città e che ha fatto, negli anni, e fa parte di diverse associazioni di volontariato che operano sul territorio. Durante questa emergenza, Matteo e i ragazzi della Brigata – Unità di Strada, negli ultimi mesi, si sono occupati dell’emergenza dei senzatetto a Salerno, portando cibo e beni di prima necessità, ogni sabato sera, osservando regole e norme di sicurezza.
“Sono basito – dice Zagaria – è sicuramente una materia controversa e un momento delicato per tutti per chiunque continui il proprio lavoro, per gli operatori ma il rammarico forte e la rabbia provengono dal fatto che ci si aspetta di vedere riconosciuto a tutti i livelli il nostro lavoro e nel momento in cui un agente della Polizia non si cura minimamente della motivazione per la quale tu sei in strada e ti accusa di assembramento quando poi era un’evidente situazione particolare perché pioveva a dirotto e non ci siamo sentiti di dire alle persone che erano sull’uscio – che non conoscevamo – di uscire per farci consumare al distributore”.
Questo è il rammarico dei due giovani salernitani. E ancora: “Il pericolo è che vada perso tanto del lavoro fatto in queste settimane perché due settimane di stop sono una cosa che non ci possiamo permettere perché significherebbe lasciare in sospeso tante cose che abbiamo avviato, specialmente con gli ospiti senzatetto del Palatulimieri e questi atti non fanno altro che infangare il prezioso lavoro che stiamo facendo che – voglio sottolineare – non è al di sopra di nessun altro. Voglio semplicemente vedere riconosciuta una legittimità che era già stata difficile da farsi riconoscere all’inizio della quarantena”.
Si tratta, infatti, di un lavoro fondamentale per la comunità che le associazioni di tutta Italia stanno portando avanti da mesi prendendosi i rischi del caso non solo legati alla propria salute, ma anche a queste situazioni di mancata comunicazione tra istituzioni e forze dell’ordine. Chi vive ai margini della società risente maggiormente della difficile situazione di questo periodo e la vicinanza da parte delle associazioni è per loro essenziale.
“Molto spesso nell’applicazione formale delle leggi – conclude Matteo Zagaria – sfugge una serie di valori e motivazioni che inducono a compiere degli atti. Manca, a volte, una corrispondenza tra l’applicazione formale e la realtà”.