Ogni emergenza porta con sé una serie di questioni collaterali non meno rilevanti. L’emergenza maltempo, a Salerno, non è stata da meno e ha portato alla luce l’evidente problema dei rifiuti.
Qualche settimana fa, ci siamo occupati, in un articolo, del mare di Salerno completamente invaso dalla spazzatura dopo la mareggiata. Ora, l’attenzione si sposta sulle spiagge salernitane su cui il mare sta riversando montagne di rifiuti.
L’associazione Voglio un mondo pulito, nata a marzo scorso e composta oggi da circa quaranta volontari, nelle ultime settimane, si sta occupando proprio della ripulita delle spiagge. Un lavoro notevole e onorevole, ma che porta a galla una situazione complessa ed emergenziale. Le foto – che potete trovare sulla loro pagina Facebook – sono davvero impressionanti. Siringhe, bottiglie di plastica, polistirolo e rifiuti di ogni tipo.
“L’inquinamento e l’abbandono dei rifiuti sulle spiagge, a Salerno, rappresentano una situazione grave – ci racconta Ciccio Ronca, fondatore dell’associazione – ogni volta che siamo andati sulle spiagge non abbiamo mai trovato nulla di migliorato”.
Sabato scorso, i volontari hanno raccolto, solo sulla spiaggia Santa Teresa, ben 300 kg di rifiuti, senza contare il letto del fiume e gli scogli, non raggiungibili a causa del tempo.
“C’è ancora molto da lavorare – continua Ronca – su delle spiagge, come quella di via Allende, dove siamo stati varie volte ancora spuntano buste e buste di rifiuti”.
Preferisce non esprimersi, invece, sulla responsabilità delle istituzioni salernitane in merito. Quelle responsabilità che il Comune ha, ma di cui troppe volte sembra non accorgersi o non ricordarsi. Sia chiaro, le stesse responsabilità che hanno i cittadini.
Sì, perché, secondo Legambiente, più del 10% dei rifiuti presenti sulle spiagge italiane viene direttamente dagli scarichi casalinghi. Uno studio di Focus porta alla luce la massiccia presenza di bastoncini cotonati non compostabili sulle nostre spiagge: per la precisione, 79 cotton fioc ogni 100 metri.
Ciò che manca, ancora una volta, è il senso civico, la capacità di comprendere che ciò che inquiniamo ci appartiene e fa parte della nostra vita. E, soprattutto, che – come una coscienza – prima o poi ciò che sporchiamo, tornerà a portarci il conto.
Ok, i rifiuti li porta il mare. Ok, a Salerno mancano i cestini. Eppure, la quantità di rifiuti ritrovata è davvero enorme e non è chiara quale sia la provenienza.
Lo scorso ottobre, i Carabinieri hanno scoperto e bloccato un traffico di rifiuti illeciti e radioattivi provenienti da tutta Italia e con smaltimento proprio nel Vallo di Diano. Durante l’operazione, sono stati sequestrati 16 mila litri di idrossido di potassio, sostanza altamente cancerogena e tossica e un’area di circa 2000 metri quadrati adibita al deposito e allo stoccaggio illecito di rifiuti speciali pericolosi. Ancora, sempre ad ottobre, i Carabinieri hanno fermato a Sant’Arsenio, in provincia di Salerno, un camion che trasportava ben sei cisterne contenenti 6 mila litri di un liquido utilizzato per applicazioni industriali. Questo tipo di scarichi, oltre ad arrivare in molti casi direttamente dalla Campania verso Salerno e il Cilento, arriva spesso anche dall’hinterland milanese.
Qualche giorno fa, un’inchiesta dei Carabinieri di Salerno ha portato a galla un traffico di rifiuti illeciti provenienti dalla Campania verso la Toscana che ha condotto ad indagare dieci persone, legali e responsabili tecnici di società di recupero, intermediazione, trasporto e smaltimento rifiuti. 350 sono le tonnellate di scorie tossiche prodotte, in particolare, nel territorio di Casal Velino. Gli accertamenti dei tecnici dell’Arpa di Salerno hanno dimostrato, inoltre, che gli impianti di destinazione in Toscana non avevano le autorizzazioni necessarie per gestire tali rifiuti.
Quanti traffici di rifiuti illeciti non tracciati attraversano l’Italia ogni giorno per arrivare ad inquinare i nostri mari?
Ma quello dei rifiuti non è un problema che riguarda solo le acque, ovviamente. Km di spazzatura costeggiano le strade della nostra città. La zona industriale, ad esempio, dal sottopasso dell’ospedale alla fine di Viale Pastore, è diventata una vera e propria discarica abusiva.
Ne abbiamo parlato in un articolo la settimana scorsa, in cui abbiamo fornito un quadro più che spaventoso di come le zone “isolate” della città stiano divenendo discariche a cielo aperto, colme di rifiuti di ogni tipo, talvolta anche speciali.
Lo raccontava Calvino nelle sue Città invisibili, di quella Leonia divenuta immondezzaio i cui rifiuti sembrano essere pronti ad invadere le altre città vicine, se solo esse non avessero i propri immondezzai con cui riempirsi.