Salernitana, un brodino riscaldato prima del grande digiuno?

Brodino riscaldato. Che non sazia la fame di punti, che non smuove per nulla la situazione di una classifica ancora deficitaria, e che rischia di essere ultimo pasto prima del grande digiuno. 

Ché, dopo il pari agguantato a Cagliari nel finale, la Salernitana dovrà affrontare in serie, a partire da martedì, Juventus, Milan, Fiorentina (entrambe in trasferta), e Inter, prima di chiudere alla Dacia Arena con l’Udinese il girone d’andata. 

Un tour de force che si preannuncia tremendamente complicato, specie dopo quanto visto nelle sfide di ieri contro i rossoblu e domenica scorsa con la Sampdoria. Sulla carta le due gare utili per rimpinguare il proprio bottino in vista del giro di boa, e girare a una quota di punti sufficiente almeno per alimentare il sogno salvezza.

Tutto passa però da una nuova proprietà, inutile girarci intorno. Fino a quando questa squadra, ieri in Sardegna priva di qualsivoglia rappresentanza della dirigenza granata (ad eccezione del club manager Alberto Bianchi), non avrà una società alle spalle che abbia risorse, qualità, ma anche poteri per scegliere, decidere, operare, sarà difficile continuare a parlare di campo senza avere un tarlo nella testa. 

Certo, un gol in rimonta, specie in gare non particolarmente brillanti, lascia sempre quel brivido di adrenalina, quella carica che si spera possa essere messa in campo già con la Vecchia Signora, per provare magari a sovvertire i pronostici, ma è altrettanto vero che il guizzo di Bonazzoli a tempo quasi scaduto è forse l’unica cosa buona vista all’Unipol Domus oltre al buon ingresso di Zortea a gara in corso. Gioco poco, qualità ancora meno – le due cose viaggiano a braccetto -, e l’ennesimo infortunio muscolare, quello di Gondo -, che getta ora un’ombra anche sull’ennesimo stop, dopo la serie infinita di infortuni che ha penalizzato Castori prima e Colantuono poi oltre ogni misura. Rendendo la situazione, se possibile, ancora più complicata. 

Il tour de force, ora. Ai calciatori che saranno chiamati in causa, la richiesta resta sempre la stessa, quella di provare a gettare il cuore oltre l’ostacolo, di tentare di andare al di sopra dei propri limiti, nella speranza di conservare ancora accesa una piccola fiammella della speranza. Solo la parola fine a un trust che finanche lo stesso Colantuono ha ammesso di non aver compreso fino in fondo con disarmante onestà ai microfoni di Sky, potrà accendere definitivamente la luce.

foto tratta al profilo Instagram dell’U.S. Salernitana 1919

Riproduzione riservata ©