Salernitana: reagire insieme dopo il tonfo

Dopo una partita con un risultato così rotondo, una sconfitta senza appelli: come si ricomincia?

Parto dal post gara, perché le dichiarazioni di Morgan De Sanctis tuonano peggio di questa manita subita dai granata in quel di Reggio Emilia: “La squadra oggi ha palesato una fase difensiva improbabile in serie A.”  Uno stralcio significativo del j’accuse diretto nei confronti di Nicola. Cui prodest?

Una sfiducia in pubblica piazza, nella settimana che porterà la Salernitana ad affrontare uno scontro salvezza: una delegittimazione nei confronti di Nicola, minando la sua stabilità nell’ambiente. Nella serata di lunedì, ospite in diretta a Lira TV nella trasmissione “Goal su Goal”: il presidente Iervolino placa l’intervento del Ds dando piena fiducia al mister. L’importanza di calibrare le parole, un bisogno di equilibrio  fondamentale in questo momento: dopo la gara con la Juve, visto l’esborso economico versato nella sessione estiva del calciomercato, la proprietà vedeva nella parte sinistra della classifica, la dimensione naturale per questa squadra: tuttavia, le ambizioni si misurano sul campo. La Salernitana dovrà raggiungere la salvezza: solo con la sicurezza di mantenere la categoria, si potrà ampliare l’orizzonte verso uno step successivo.

La sconfitta contro il Sassuolo, arriva subito dopo quella di Lecce: risultando molto più pesante da digerire. È stata una debacle totale. Un Sassuolo capace di entrare nelle trame del centrocampo granata riuscendo a sovrastarlo, creando superiorità e mettendo in affanno la difesa granata: un centrocampo che sente la mancanza di Bohinen, soprattutto manca di qualche ricambio capace di far rifiatare i soliti Coulibaly e Maggiore. Rimanendo sui singoli, Vilhena è risultato un pesce fuor d’acqua, non partecipando alla manovra né in fase di costruzione e né in quella di ripiego: le sue doti tecniche indiscutibili non bastano, se non affiancate alla corsa. Proprio quell’agonismo delle prime gare è venuto meno: dove c’era aggressività e raddoppio sul portatore di palla avversario, una volta in possesso, invece; la coralità del gioco soprattutto nella fase offensiva si manifestava a ritmi alti. Bisogna resettare tutto in vista del match contro il Verona: troppo brutta questa Salernitana per essere vera. Rialzarsi, ritrovando lo smalto che nelle prime gare aveva portato risultati positivi riuscendo a toccare picchi di gioco in campo, lampanti:  in particolare modo nel primo tempo a Torino. Nicola dovrà registrare i vari reparti, le defaillance che hanno portato a queste due sconfitte consecutive; la gestione del gruppo, nello specifico chi ancora non ha brillato mostrando le proprie qualità. Dai nuovi arrivati come Valencia e Botheim, fino ad arrivare ad un Bonazzoli che con l’arrivo di Piatek è rimasto più in sordina. Il quesito della domanda nell’incipit del pezzo, dovrà avere risposta tenendo conto di quanto sia complesso un campionato di massima serie: di quanto gli errori si paghino sul campo e consecutivamente in classifica. Un progetto tecnico può sfaldarsi alle prime tempeste, non per le pressioni esterne: quanto per una mancanza di unità di intenti. Perché un progetto tecnico è la costruzione decisionale delle varie componenti di una società. Volendo rispolverare una massima, potremmo evocare il titolo della tesi di Morgan De Sanctis da direttore sportivo: “Moriremo insieme” che lui stesso citò in una sua passata conferenza stampa estiva. Un monito di piena attualità. Non esiste addossare colpe, trovando un solo capro espiatorio per questo momento: gli onori e gli oneri vanno condivisi.

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