L’annotazione preliminare, a scanso di equivoci, è che il Reddito di Cittadinanza è una misura di straordinaria importanza per tutta quella fascia di popolazione in sofferenza, e irrobustita dalla crisi. Ma si conferma sempre di più uno strumento indispensabile nel contrasto alla povertà, meno alla disoccupazione, contrariamente a quanto propagandato dai promotori. Questa distinzione è certificata dai dati divulgati dall’Anpal. In Campania, ad esempio, su 210mila percettori solo in 4.625 hanno trovato un impiego, il 30% dei quali a tempo indeterminato. Ma a una lettura più approfondita dei dati non sfugge che quei 4.625 percettori campani hanno trovato un’occupazione perché già inseriti nelle liste dei centri per l’impiego o per esito favorevole di una ricerca condotta in autonomia. Da considerare, poi, anche la situazione dei 460 navigator campani, ostaggio in estate di un braccio di ferro politico e ancora non entrati in servizio: solo alla fine del mese concluderanno il percorso formativo.
Nel complesso, in Italia sono 39.760 le persone che hanno avuto un contratto di lavoro dopo aver ottenuto il reddito di cittadinanza, con un balzo in avanti di circa 11 mila rispetto al 10 dicembre 2019 (+38,2%). I centri per l’impiego hanno convocato 529.290 beneficiari su un totale di 908.198 che potrebbero stipulare un Patto per il lavoro. I presenti alla prima convocazione sono stati 396.297 e sono stati sottoscritti 262.738 Patti di Servizio.
“Questi dati dimostrano – dichiara il Presidente ANPAL Mimmo Parisi – che la fase 2 del RdC è più che partita. È un ottimo punto di partenza per gli ulteriori passi necessari per portare a regime gli interventi finalizzati ad accompagnare i beneficiari al lavoro, come ad esempio l’Assegno di ricollocazione, il completamento dei sistemi digitali per un migliore scambio di dati e informazioni con i sistemi regionali e per facilitare il contatto continuo con il mercato del lavoro”.