Tutti oggigiorno, non fa differenza se nativi o immigrati digitali, sono soliti vivere e convivere in estrema simbiosi con apparecchiature elettroniche. Che sia per moda o per utilità, smartphone, computer, tablet, schermi piatti e stampanti riempiono le tasche, i salotti, inondano le strade e i luoghi pubblici, fino a quando l’obsolescenza programmata, l’usura o una caduta accidentale costringono a gettare via l’amato dispositivo. Ma dove vanno a finire tutti i rifiuti elettronici che, in media, si producono quotidianamente?
I RAEE, Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, sono stati e sono ancora oggi al centro di uno scandalo che ha interessato la Tunisia, la Turchia e l’Italia, in particolare la Campania e la Città di Salerno.
Il 24 febbraio, mentre il Mondo veniva scosso dalla minaccia incombente della Terza Guerra Mondiale, circa seimila tonnellate di rifiuti erano tornate in Campania, da dove però erano partite quasi due anni fa per arrivare a Sousse, in Tunisia. Una nave turca li ha riportati indietro al porto di Salerno nella notte, dove poi sono iniziate le operazioni di trasbordo. Il carico, al centro di un caso internazionale tra i due Paesi, è arrivato in Italia a bordo di una nave turca. i rifiuti, che partivano per essere riciclati in Nord Africa, in realtà sarebbero finiti in una comune discarica tunisina, divenendo pericolosi per l’aria e per il terreno circostante. Sarebbe stata la stessa Tunisia, grazie all’aiuto della Turchia, a rispedire poi i rifiuti pericolosi al mittente.
Non che prima non si conoscesse tale situazione, ma vedere circa 213 container colmi di RAEE che erano stati destinati al riciclo tornare nel porto di Salerno, ha scosso l’opinione pubblica dando vita ad una serie di proteste che si protraggono da settimane.
RAEE, traffico illecito di energia alternativa. La situazione in Italia e in Europa
Bisogna sottolineare che dai porti italiani, in particolar modo quelli della Campania, da anni continua a partire un grande flusso di rifiuti illegali che spesso, per aggirare le leggi, sono mescolati ad altri. Il sequestro nel porto di Salerno è però solo l’ultimo caso di un enorme traffico di rifiuti tra l’Italia, ma più in generale, l’Europa, e i porti africani. A Torino, il 30 agosto, l’Agenzia delle Dogane aveva sequestrato un container diretto in Ghana per essere spedito poi verso discariche abusive del Paese africano. Situazione analoga è stata vissuta nel porto di Genova, a luglio, dove erano state sequestrate 57 tonnellate di rifiuti speciali.
Secondo l’Agenzia delle Dogane, nel 2020 i rifiuti sequestrati per traffico illecito verso l’estero sono triplicati: da 2.251 tonnellate del 2019 a 7.313 tonnellate dello scorso anno e, stando invece ad un recente resoconto di Legambiente, tra Europa e Stati Uniti solo il 17% dei Raee viene trattato nei luoghi di provenienza, tanto che in un paese africano arriverebbero anche 500.000 dispositivi elettronici da gestire in un mese.
RAEE, fonte di energia o pericolo per l’ambiente?
I RAEE, se smaltiti e riciclati in modo adeguato, costituirebbero però una grande risorsa, non solo energetica. Dal trattamento RAEE è possibile infatti recuperare vari materiali come rame, ferro, argento, oro e piombo; ma anche vetro, proveniente in particolare da televisori e monitor, il quale viene frantumato e destinato alle vetrerie, alle fabbriche di ceramica o alle aziende produttrici di materiale edilizio; oli di lubrificazione provenienti dai frigoriferi, dai congelatori e dai condizionatori, che sono invece destinati al processo di rigenerazione. Infine, ultime ma non per importanza, le plastiche presenti in tutti i RAEE, senza eccezioni, le quali vengono rigenerate o incenerite nei termovalorizzatori per produrre energia.
Parola chiave, quest’ultima, rimbalzata nell’ultimo periodo in numerosi notiziari da quando, proprio nello stesso giorno dello sbarco dei RAEE a Salerno, le forze armate hanno invaso Kyiv, generando un conflitto che non sembra essere indirizzato verso la fine.
Bombe, morte, disperazione, minaccia nucleare e paura per un eventuale blocco delle risorse energetiche provenienti dal Gas della Russia, hanno riacceso un dibattito nato da tempo.
Mentre il Primo Ministro Mario Draghi ipotizzava con dispiacere la riapertura delle vecchie centrali a carbone italiane, il dibattito pubblico si è spostato sulla possibilità mai concretizzata di produrre energia attraverso rigenerazione o l’incenerimento nei termovalorizzatori.
Termo-valorizzare, nome composto che sembrerebbe poter risolvere i problemi legati ai combustibili fossili, ma è questa una pratica lasciata in secondo piano o in balia delle mafie e di chi, fingendo di riciclare i RAEE negli Stati del Nord Africa, ne trae poi profitto.
Se infine si considera un recente rapporto dell’Europol sulle principali minacce criminali, il traffico illegale di rifiuti sarebbe tra i più redditizi dopo il traffico di droga, la contraffazione e la tratta di esseri umani. Molto spesso, inoltre, si sente parlare dei costi eccessivamente alti dei termovalorizzatori, ma quale sarebbe, invece, il prezzo che il Clima e l’Ambiente sarebbero costretti a pagare?