“Poveri Talebani”: il Festival che rimette tutto in discussione

Mancano 10 giorni, all’inaugurazione di “Ceci n’est pas un blasphème”, il Festival delle Arti Censurate contro la Censura Religiosa che si terrà a Napoli, presso il PAN, dal 17 al 30 settembre 2021. Un evento che farà discutere di sé e che, soprattutto, vuole far discutere. 

Non una semplice esposizione di opere, bensì un’opera di messa in discussione di un fenomeno sommerso ma altrettanto radicato e potente, nel nostro paese come nel resto di un’Europa che si riscopre ancora imbrigliata in catene medievali: quella dell’ingerenza religiosa. 

In un momento in cui gli occhi del mondo sono puntati sull’Afghanistan e sui Talebani, l’attuale nemico pubblico della democrazia, della libertà ma soprattutto della laicità. 

I “poveri Talebani” potrebbero essere addirittura le “vittime sacrificali” di una purga di coscienza: parole che suonerebbero assurde, eppure sono impregnate di storie reali, custodite nei nostri confini sotto i tappeti della vergogna per l’ipocrisia della “cultura occidentale”.

Siamo portatori di libertà che devono fare i conti con tutte le libertà che ancora “facciamo fatica a concedere”, in una gara all’indietro nel tempo, nella quale i paesi occidentali, “grandi esportatori di democrazia”, stanno riscoprendo reazionismo e oscurantismo religioso fatti in casa. 

Così, mentre giochiamo a fare i maestri di modernità, mentre tacciamo come “selvaggio” chi censura, perseguita e opprime in nome di una fede fondamentalista e distorta, allo stesso modo nei nostri confini la laicità soffre, boccheggia, stenta a farsi spazio tra radicalismi, fanatismi e altrettanti fondamentalismi. 

Il difficile rapporto tra libertà d’espressione e presunta blasfemia è testimoniato da Abel Azcona. L’artista spagnolo, che sarà presente al Festival, è celebre in tutto il mondo per la sua spinosa vicenda legale: la sua opera artistica di denuncia della pedofilia nel clero ha innescato un vero e proprio accanimento giudiziario, messo in atto dall’Associazione Avvocati cattolici spagnoli. Dopo diversi anni di citazioni in giudizio e processi, Abel Azcona ha visto finalmente chiuso il proprio caso.

L’artista ha giudicato il festival un evento talmente importante da venire in Italia a proprie spese. Intende dare luogo a una performance, concepita e studiata per l’occasione, che sarà ripetuta, secondo un calendario orario reso pubblico più avanti, nel primo weekend di esposizione.

Con Abel Azcona saranno decine gli artisti italiani e stranieri, provenienti da tutto il mondo, che porteranno spunti di riflessione attraverso talk, concerti, performance, stand-up comedy show e tanto altro, in diversi luoghi della città di Napoli.

Il primo fine settimana di Festival è l’ex Asilo Filangieri a ospitare gli eventi dal vivo: trovate tutte le indicazioni attraverso i canali di comunicazione del Festival: 
www.articensurate.it 
https://www.facebook.com/articensurate

oltre al racconto che PaeseSud ha deciso di fare nei prossimi giorni, essendo Media Partner ufficiale del festival. 

Ricordiamo che l’evento è completamente autofinanziato e che ognuno di noi può dare il suo piccolo contributo, piccolo o grande che sia, a questa grido di affermazione alla massima libertà di espressione, satira e laicità:

https://www.gofundme.com/f/sostieni-il-festival-delle-arti-censurate

(questo il link per sostenere il festival)

Marco Giordano

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