Tutte le librerie italiane hanno accolto il romanzo di José Vicente Quirante Rives dal titolo Ombra e rivoluzione – Variazioni sul naturalista Domenico Cirillo, edito dalla Colonnese Editore e tradotto da Wanda Punzi Zarino. Il romanzo ruota attorno al naturalista Domenico Cirillo, figura fondamentale per la storia della città di Napoli. Trenta protagonisti e le loro storie divengono cornice per descrivere le meraviglie della Napoli settecentesca e le gesta del medico botanico Domenico Cirillo, non solo naturalista bensì parte attiva nel corso della violenta e sanguinosa rivoluzione che tutti conosciamo. Egli fu infatti patriota e promotore della Repubblica Napoletana del 1799 – anno in cui, del resto, perse la vita.
Abbiamo chiesto alla traduttrice italiana dell’opera, la giovane Dottoressa Wanda Punzi Zarino, cosa abbia significato per lei lavorare a questo progetto, legato non solo alla figura del medico rivoluzionario, ma anche alla città di Napoli, la quale l’ha accolta per i suoi studi e non solo.
“Ombra e rivoluzione”, la città di Napoli e Domenico Cirillo. Le parole e il lavoro di Wanda Punzi Zarino
Wanda Punzi Zarino è assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale ed è membro del gruppo di ricerca UNIOR NLP Research Group diretto dalla professoressa Johanna Monti. Si è laureata pochi mesi fa in Traduzione Specialistica presso la stessa Università con una tesi in linguistica cognitiva, mentre nel 2016 aveva conseguito la laurea triennale in Mediazione linguistica e culturale con una tesi in lingua spagnola e traduzione. Nel 2018 ha frequentato il Master in Traduzione Letteraria per l’Editoria presso l’Istituto Cervantes di Napoli. Ha lavorato, inoltre, come linguista ad un progetto di annotazione di corpora per l’addestramento di sistemi di traduzione automatica con l’agenzia spagnola BITEXT Innovations S.L. La sua passione per le lingue e le culture straniere, l’hanno condotta a tradurre racconti e romanzi di autori al pari di David Trueba e José Vicente Quirante Rives.
La nostra intervista trae origine e ispirazione dalla curiosità nei confronti di quest’ultimo, autore il quale ha ridisegnato e riletto il volto e la storia di una Napoli rivoluzionaria nel cuore del settecento, avvolta com’era dal mistero, un libro caratterizzato da un fantastico groviglio di natura, storia e leggenda.
Cosa ha significato per te tradurre un romanzo di tale portata?
Questa è stata la mia prima traduzione di un romanzo. Puoi immaginare l’emozione di tradurre per la prima volta un romanzo e di tradurre per di più un testo che racconta della città che mi ha accolto e con cui ho sempre avuto un rapporto molto intimo. Questo lavoro inoltre è figlio, insieme ad un racconto di David Trueba che ho avuto il piacere di tradurre, del Master in Traduzione letteraria per l’editoria offerto dall’Istituto Cervantes di Napoli e diretto dal professore Marco Ottaiano. è stato proprio il professor Ottaiano che ha riposto tanta fiducia in me, coinvolgendomi in questo progetto e trasmettendomi un grande amore per la traduzione.
Quale importanza ha per la nostra comunità rileggere la figura di Domenico Cirillo attraverso le parole di José Vicente Quirante Rives?
Domenico Cirillo ha rappresentato nello scenario napoletano, e sicuramente anche europeo, una figura fondamentale e soprattutto rivoluzionaria per la Napoli del ‘700, che ha contribuito, insieme ad altri intellettuali suoi concittadini a instaurare un dialogo intenso tra Napoli e altre nazioni europee come l’Inghilterra e la Francia. Il romanzo sulla scia delle Variazioni Goldberg, ricostruisce e restituisce attraverso trenta testimonianze la poliedrica figura del patriota Domenico Cirillo, allievo di Linneo e martire della Repubblica Napoletana.
C’è una particolare questione mossa dall’autore all’interno dell’opera, ovvero “è possibile la trasformazione personale? Si possono valicare i limiti imposti dalle circostanze?” Cosa risponderesti a tale domanda quasi esistenziale?
A José Vicente Quirante Rives, autore del libro, interessava raccontare la trasformazione di un uomo. Domenico Cirillo ne è dunque l’emblema. Studiando e approfondendo la sua vita ci si imbatte, infatti, in un momento di radicale cambiamento. Domenico, medico e botanico di grande rilievo, verso la fine della sua vita si vede coinvolto in prima persona nei movimenti rivoluzionari del 1799. L’idea di cambiamento, di trasformazione è centrale nel libro. È proprio attraverso questo cambiamento, che si indaga e si sperimenta la trasformazione personale.
Quale tipo di relazione si instaura con l’autore dell’opera – in generale – nell’atto della traduzione?
Io ho avuto la fortuna di tradurre un romanzo scritto da un autore in vita, questo può sembrare strano, ma spesso ci si trova a tradurre testi di autori ormai scomparsi. Mi ritengo fortunata, e molto. Vicente è una persona meravigliosa, affezionata a Napoli, innamorata di Napoli, tanto da scriverne in vari libri… penso a Nápoles española, Viaje Napolitano por España e Vesubios. Nel caso di Ombra e Rivoluzione, la grandezza dell’autore è stata quella di recuperare una grande quantità di testimonianze, di documenti e di lettere, che Domenico Cirillo scambiava con grandi personaggi della scena europea, napoletana e italiana, e di utilizzarle per ricostruire, mettendo insieme i pezzi di un grande puzzle, la figura di Domenico Cirillo. Nell’atto della traduzione la mia relazione con Vicente è stata di grande intesa: Vicente ha sempre con grande interesse chiarito i miei dubbi e, in alcuni casi, mi ha guidato nel processo decisionale.
Napoli. Che valore ha per te la storia e la cultura di tale città essendo il luogo in cui hai svolto i tuoi studi?
La mia relazione con Napoli è di odio e amore. Napoli è una città vulcanica, accogliente, a volte troppo, che sa sempre strapparti un sorriso. Mia nonna, nata e cresciuta a Napoli, la definiva un teatro a cielo aperto…e credo che non ci sia miglior modo per descriverla.