Oltre 500 cittadini per l’Ex Tribunale

Il 15 gennaio 2021 è scoppiato un vero e proprio caso Salerno, sconfinato anche oltre regione, riguardo la destinazione dell’edificio storico che ospitava l’ex palazzo di giustizia. Alla prima ipotesi di vendita ad un privato per la riconversione ad uso abitativo di lusso, la comunità salernitana si è sollevata a difesa del proprio patrimonio storico, essendo già diversi i precedenti con altri “Beni Comuni” (ne abbiamo ampiamente parlato qui).

Da questa e tante altre esperienze (dal palazzo delle ex Poste Centrali alla ottocentesca Piazza Alario), si è avviata la costituzione di un Comitato per i Beni Comuni di Salerno, nel quale stanno confluendo numerose realtà sociali:

COMITATO CENTRO STORICO ALTO
COMITATO SALVIAMO PIAZZA ALARIO
CORAGGIO SALERNO!
DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE
FEDERAZIONE ITALIANA AMBIENTE E BICICLETTA
FIGLI DELLE CHIANCARELLE
RETE GIOVANI PER SALERNO

Il Comitato ha lanciato un sondaggio pubblico rimbalazato tra internet e social, che ha visto la partecipazione di 577 persone, quasi tutte di abitanti di Salerno e provincia (534).

TUTTI CONTRO L’USO PRIVATISTICO
L’81.4% dei partecipanti (praticamente oltre 460 persone) hanno chiaramente espresso la propria contrarietà alla vendita dell’immobile a privati, dichiarando che il palazzo storico dell’Ex Tribunale di Salerno dovrebbe restare proprietà di demanio pubblico. La quasi totalità dei partecipanti, il 98.8% (oltre 570 persone), ha inoltre risposto SI alla domanda: <<Credi che i cittadini debbano essere consultati sui beni comuni?>>.
Una posizione che si pone in netto contrasto con il metodo finora dimostrato dall’amministrazione comunale, che ha seguito prevalentemente <<modelli monodirezionali, dettati da priorità economiche o occasionali>>, come si legge nel comunicato e da quanto emerge dalla storia di lotte dei tanti soggetti aderenti allo stesso Comitato.
Una storia condivisa e sostenuta da centinaia di persone, vista la impressionante partecipazione al sondaggio, <<nonostante il poco risalto concesso dai mezzi di comunicazione alla notizia e al consistente “rumore” mediatico dovuto agli eventi concomitanti di queste ultime settimane>> (riferendosi evidentemente all’inizio della campagna elettorale per le prossime amministrative, ndr).

RISULTATI DEL SONDAGGIO: CAMPANELLI SOCIALI
Come correttamente sottolineato anche nel comunicato, i dati del sondaggio non esprimono certamente la fotografia di una comunità di oltre 130mila abitanti. Al contempo un campione di 577 persone, che si esprime in modo così univoco e convergente, rappresenta un dato che non va certamente sottolineato: il dato certo è che esiste una esigenza diffusa, da parte di centinaia di cittadini, di trovare nuove strumentazioni con cui le istituzioni dovrebbero coinvolgere molto di più le proprie comunità nell’amministrazione del territorio, innanzitutto per quanto riguarda la gestione dei Beni Comuni, cioè quei beni “le cui utilità sono direttamente funzionali al soddisfacimento dei diritti fondamentali della persona”, come furono definiti dall’illustre Stefano Rodotà.

LE DESTINAZIONI PER L’EX TRIBUNALE
La maggioranza di tutti i partecipanti, circa il 53%, ha espresso la volontà di destinare il palazzo storico ad un uso culturale. Variegate in questo senso sono state le proposte provenienti direttamente dai cittadini, un elenco che restituisce la “presenza silente” di una comunità creativa che chiede attenzione e visibilità, che ha bisogno di spazi e di sostegno per emergere e arricchire tutta la città con la sua energia positiva:
Centro culturale e polifunzionale: 17%
Biblioteca: 14%
Auditorium: 11%
Museo: 11%

Tante anche le proposte per usi specifici e altrettanto creativi e di eguale importanza per la comunità, sia dal punto di vista sociale che economico:
Spazio espositivo: 9%
Spazi fruibili per associazioni senza fini di lucro: 8%
Aule per attività formative pubbliche e private: 7%
Centro convegni: 4%
Spazi per attività ludiche e sportive: 3%
Sedi di istituzioni europee: 3%
Sedi di istituzioni Nazionali: 2%
Ufficio di enti locali: 2%
Showroom per impresa e artigiani: 2%
Sedi di istituzioni internazionali: 2%

BASTA CENTRI COMMERCIALI
A conferma di un’inversione di tendenza rispetto ai modelli incentrati sul profitto privatistico, è il dato delle risposte a favore del possibile utilizzo per un centro commerciale. Lo ZERO% di tutti i 577 partecipanti hanno risposto positivamente a questa possibilità. Un altro elemento di compattezza e convergenza statistica che forse dovrebbe far effettivamente riflettere le istituzioni, rispetto alla direzione da intraprendere sull’utilizzo del palazzo dell’Ex Tribunale di Salerno ma più in generale di tanti spazi dal valore storico, culturale e sociale, dove la priorità comunitaria potrebbe tornare ad essere quella di un modello di rilancio territoriale, che esuli da quello spiacevole pregiudizio della destra italiana, che ha aperto un ventennio disastroso dall’inizio degli anni 2000, secondo il quale “con la cultura non si mangia”.

LA PRIMA DI UNA LUNGA SERIE?
L’uso smodato dei sondaggi, specialmente nella politica degli ultimi anni, ha posto un velo di diffidenza su questi strumenti. Ma, come spesso accade, non è tanto lo strumento ad essere sbagliato quanto l’utilizzo che se ne fa. I sondaggi sono da sempre uno strumento statistico che consente di scattare fotografie interessanti dei fenomeni sociali e comunitari. Ad oggi non sono nemmeno l’unico.
In questo senso, le teconocologie odierne consentono variegate possibilità di raccogliere dati, che spesso rilasciamo anche senza esserne consapevoli.
La lettura dei dati costituisce il presente e il futuro delle nostre società e, forse, ciò che andrebbe prioritariamente ripensato sono anche le modalità “attive” o “passive” di rilasciarli.
Il primo esperimento promosso dal costituendo Comitato per i Beni Comuni di Salerno, rappresenta un’interessante prospettiva di “data citizen” in cui i cittadini si facciano “portatori attivi” di dati riguardanti loro necessità, bisogni, aspettative, specialmente su tutto ciò che riguarda l’esperienze di vita collettiva di un territorio.

Marco Giordano

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