Nuovo Dpcm, sindaci in rivolta: “Scuole chiuse ma rischio movida”

Il nuovo Dpcm, firmato ieri dal premier Mario Draghi, ha disposto l’eliminazione del divieto di asporto dopo le ore 18 per gli esercizi di commercio al dettaglio di bevande da non consumarsi sul posto. Per gli amministratori locali si tratta di un provvedimento difficile da far rispettare. “Il nuovo Dpcm sembra dire esattamente questo. Con una mano si chiudono le scuole e con l’altra si elimina il divieto di asporto per tutti dopo le 18, favorendo così di fatto gli assembramenti nei luoghi della movida e nei pressi di bar e locali frequentati per lo più dai ragazzi. Se si consente l’asporto di bevande e drink si favoriscono gli assembramenti. Le uniche misure di restrizione sembrano riguardare le lezioni in presenza”, denuncia Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci.

Preservare i giovani dai luoghi del contagio consentendo la sospensione delle lezioni in presenza, è l’obiezione dei sindaci, non significa autorizzarli ad affollare i luoghi della movida. “Noi sindaci che rischiamo di diventare solo il bersaglio delle richieste di fare controlli senza averne neanche la competenza. Ci aspettiamo quantomeno una spiegazione visto che nessun componente dell’esecutivo presente oggi nella cabina di regia ha sollevato l’argomento né ha parlato di questa norma di liberalizzazione dell’asporto che si stava pensando di introdurre”. 

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