Nuove italianità e zone di frontiera: nella Piana del Sele un progetto all’insegna dell’interculturalismo

Sbarca nella Piana del Sele “Oni 2022”, un progetto coordinato da “Frontiera Sud Aps” e “Operatori di pace ODV” dedicato alle esigenze dei giovani con background migratorio.

Valorizzare la diversità e il protagonismo dei giovani con background migratorio; Offrire ascolto, sostegno e accompagnamento per l’accesso ai servizi territoriali; Organizzare laboratori creativi per bambini e adolescenti; Indagare necessità e problemi attraverso la ricerca quali-quantitativa allo scopo di fornire alle istituzioni locali dati utili a promuovere politiche coerenti con gli effettivi bisogni della popolazione.

Sono questi alcuni degli obiettivi prefissati dai promotori del progetto “Oni Campania 2022/23”. L’Osservatorio sulle Nuove Italianità, finanziato dalla Regione Campania, che è oggi alla sua seconda edizione, mira a consolidare innanzitutto una metodologia di ricerca-azione partecipata capace di attivare, dal basso, processi di cambiamento innovativi e duraturi nel tempo. Il progetto, avente come capofila “Frontiera Sud Aps” in collaborazione con “Operatori di pace Odv”, ha avuto avvio ufficialmente nel mese di febbraio 2022 e vedrà il termine delle attività nel mese di febbraio 2023.

Sono tre i pilastri sui quali poggia l’insieme delle attività progettuali:

  • Ricerca quali-quantitativa, necessaria non solo a restituire una fotografia della realtà indagata ma al contempo indicare agli enti pubblici e privati le azioni da intraprendere al fine di fornire servizi quanto più efficienti ed efficaci possibile;
  • Corso di arabo creativo, doposcuola popolare e attività ricreativo-culturali rivolti ai giovani con background migratorio presenti nel territorio della Piana del Sele allo scopo di creare percorsi di inserimento, autonomia e cosapevolezza;
  • Sportello di facilitazione per l’accesso al welfare, indispensabile a diffondere informazioni sui servizi e sussidi offerti ai minori e alle loro famiglie dalle pubbliche amministrazioni, favorire l’avvio di un percorso di inclusione, accompagnare gli utenti alla risoluzione delle pratiche e reindirizzare verso altri servizi in caso di richieste di altra natura.

“La Piana del Sele si configura, oggi, come terra di frontiera. La sua conformazione geografica e urbanistica, il sistema produttivo e lavorativo, le scelte politiche di ormai lungo corso hanno favorito il consolidamento di alcuni fenomeni. – così esordisce Chiara Iannaccone di “Frontiera Sud Aps” – La ghettizzazione, lo sfruttamento lavorativo, la mancanza di servizi e informazioni per l’accesso al welfarerappresentano solo la punta dell’icerberg. Tutto ciò che è visibile nasconde processi e dinamiche che per essere compresi necessitano di ulteriore approfondimento“.

“Questo progetto – dichiara la presidentessa di “Frontiera Sud Aps” – rappresenta un’importante occasione per conoscere ed agire. Proveremo tramite la ricerca e il lavoro sul campo a fornire un quadro, il più esaustivo possibile, della situazione di vita e di lavoro dei soggetti migranti presenti in piana del Sele. Dare valore a ciò che è già stato costruito, denunciare le criticità e proporre nuove strategie di azione è la traccia che guida il nostro lavoro partendo dai valori dell’interculturalismo e perseguendo la giustizia sociale”.

“Uno degli obiettivi– dichiara Sergio Damiani di “Operatori di pace ODV” – è creare una forte sinergia tra gli enti del terzo settore, i volontari e i singoli cittadini allo scopo di valorizzare le diversità territoriali e il protagonismo dei soggetti con background migratorio.

“Il lavoro che stiamo tentando di fare con il progetto approvato dalla Regione Campania – prosegue il presidente di “Operatori di pace ODV” – è quello di attivare processi di empowerment attraverso la condivisione e la costruzione di conoscenze, strumenti e pratiche capaci di favorire la nascita di reti dal basso. L’associazione è impegnata da anni nella costruzione di laboratori esperienziali che si sono rivelati indispensabili nei processi di costruzione identitaria dei giovani con background migratorio, disegnando percorsi innovativi di integrazione con i coetanei e non. Le attività che metteremo in campo hanno lo scopo di portare fuori la bellezza di ogni singolo partecipante, provando così a cambiare ciò che è ancora ignoto grazie al sostegno di tutti.
“La bellezza salverà il mondo e circondandosi del bello potremmo distruggere quello che sono gli stereotipi costruiti dall’indifferenza umana. In questo momento storico ognuno di noi – 
conclude il Presidente dell’Associazione Operatori di Pace ODV – ha il dovere di mettersi in gioco per far sì che qualcosa “possa cambiare”.

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