Da Mercoledí 30 Ottobre, in Via Velia 45, nel cuore di Salerno, è possibile intraprendere un viaggio enogastronomico tra i sapori e gli odori del SUD, un territorio spesso trascurato dagli interessi nazionali, ma pieno di eccellenze che puntano ad essere riscattate da chi conserva un forte orgoglio identitario e non smette di credere in ed investire su di esso. Da ció nasce Giagiu’, una pizzeria che porta a tavola le sette regioni meridionali ed i loro prodotti di qualitá, derivanti esclusivamente da aziende con sede legale e fisica in Abruzzo, Campania, Puglia, Sicilia, Molise, Basilicata e Calabria, al fine di poter gustare le eccellenze del nostro territorio ed avere la possibilità di sostenerne concretamente lo sviluppo, preferendo la qualità dei piccoli produttori alla notorietà dei marchi più commerciali e delle multinazionali. Tutto ciò che troverete nel menù è selezionato in base alla filosofia da cui nasce questo progetto imprenditoriale: identità, storia, cibo; queste le parole chiave di un progetto enogastronomico che punta a far conoscere e riscoprire la ricchezza e la genuinità del SUD. I protagonisti di questa missione sono tre giovani: Ciro Pecoraro e Andrea Giannattasio, di Salerno, e Giancarlo Manzo di Angri, che, con il nome della loro pizzeria, hanno deciso di richiamare una leggenda vesuviana: un giorno un contadino trovò una pianta di pomodorino giallo tra quelle del classico piennolo rosso e diede a questo insolito ‘’pomo d’oro’’ il nome della nipotina, Giulia. Da quí ”giallo di Giulia’’, o più semplicemente Giagiu’. Proprio come il Piennolo rosso del Vesuvio, il pomodorino giallo vesuviano conserva delle peculiarità quali la forma ovale, la buccia spessa e la polpa soda, ed è ricco di sostanze nutritive.
Tra i vari prodotti utilizzati troverete i migliori formaggi siciliani DOP: il Piacentinu Ennese, formaggio di pecora con zafferano e pepe; il pecorino DOP siciliano, dal sapore piccante e deciso, che ha origini antichissime (già Omero, in un passo dell’Odissea scrive “fa cagliare metà del latte e lo depone in canestri intrecciati”. Con queste parole Ulisse racconta a Polifemo l’arte della caseificazione e riporta ai giorni nostri le tecniche utilizzate allora per produrre il formaggio. Successivamente Plinio il Vecchio,23-79 d. C.,nelle Naturalis Historia, classificando i formaggi si riferisce al cacio siciliano (intendendo il pecorino Siciliano) definendolo uno dei migliori dell’epoca; la Vastedda valle del Belìce DOP, se non l’unico, uno dei pochissimi formaggi ovini a pasta filata con un gusto particolare e note leggermente acidule ma mai piccanti; il Ragusano DOP; dalla Calabria invece arriva una tipologia di parmigiano che non ha nulla da invidiare al Reggiano; da San Rufo, i caciocavalli dell’Agriturismo Erbanito; vari salumi calabresi DOP e la Fellata del Parco, salumi di suino nero del Parco dei Nebrodi in Sicilia, in cui i suini sono sempre tenuti allo stato semibrado; la farina del “Molino Scoppettuolo”, azienda situata nella valle verde dell’Irpinia, che da sempre si contraddistingue per l’elevata qualità dei suoi prodotti, grani irpini e pugliesi che regalano una farina completamente naturale, base dell’impasto.
La modalitá di produzione dei diversi prodotti enogastronomici non è diversa da quella tradizionale, pascoli e i processi produttivi utilizzati sono rimasti quasi immutati nel tempo.
Alcune tra le più pregiate tipicità del nostro SUD verranno dunque sapientemente combinate tra loro per deliziarvi col prodotto meridionale più amato di sempre: la pizza, di stile napoletano e dotata di scioglievolezza e leggerezza con un impasto di almeno 36-48 ore di lievitazione.
Un progetto fatto di passione e continua ricerca tra innovazione e tradizione affinché questa pizza diventi qualcosa di unico nel sapore, nell’attenta selezione degli ingredienti e nella valorizzazione del territorio che rappresenta e che intende promuovere ed arricchire.