“Manifesto per il Mezzogiorno”: pronto un ”Piano Marshall” per il rilancio del Sud

Partendo da una premessa di carattere generale sulla questione meridionale, non in termini storici, ma di attualità, la Fondazione Grande Lucania, (situata a Vallo della Lucania), di cui il senatore Francesco Castiello è Presidente, ha stilato un decalogo di dieci punti chiave, articolati in sub proposte. Perché? A fine anno il Ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, ha annunciato il varo e la presentazione in Parlamento di un piano straordinario decennale di solida portata basato soprattutto sulle infrastrutture, materiali ed immateriali, principale problema che attanaglia anche il Cilento e Vallo di Diano.

“Pensiamo, per esempio, – afferma il senatore –che metà del nostro territorio non è coperto da internet, strumento ormai necessario per l’economia ed il rilancio dei prodotti enogastronomici e non solo e per evitare quella condizione di isolamento che impedisce lo sviluppo economico ed occupazionale, causa del sempre crescente spopolamento. La mancanza di servizi ne è, paradossalmente, causa e conseguenza creando un pericoloso circolo vizioso’’.

Il ‘’Manifesto’’ stilato racchiude dunque dieci proposte per lo sviluppo delle aree interne e per il contrasto dello spopolamento. Cento sindaci del meridione della Campania le proporranno al Premier Giuseppe Conte in visita a Vallo della Lucania il 29 Novembre alle ore 16:00 presso il Teatro auditorium ‘’’Leo De Bernardis’’.

L’incontro costituisce il coerente sviluppo del precedente convegno sulla questione meridionale organizzato, con pieno successo, dalla Fondazione Grande Lucania il 26 Maggio 2018. Il Premier sará a Vallo alle ore 15:30 in visita al reparto di pediatria del Presidio Ospedaliero San Luca.

Dopo i saluti istituzionali del Presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, del Presidente della Banca del Cilento di Sassano e Vallo di Diano e della Lucania, Pasquale Lucibello, il Presidente della Fondazione Grande Lcania Onlus, il senatore Francesco Castiello, presenterà il Manifesto. Seguiranno gli interventi di Roberto Parente, professore ordinario presso l’Universitá degli Studi di Salerno, del Sindaco di Vallo della Lucania, Antonio Aloia e del sindaco di Sala Consilina, Francesco Cavellone. A seguire, gli interventi dei sindaci del territorio che si sono iscritti a parlare. A concludere il convegno il Presidente del Consiglio, professor Giuseppe Conte. Coordina i lavori, il direttore del quotidiano ‘’La Cittá ’’, Antonio Manzo. Per le ore 18:00 vi sarà un’esecuzione musicale, sempre al teatro, degli alunni dell’Istituto Musicale “R. Goitre” di Vallo della Lucania che accoglieranno il Premier all’inizio del convegno con l’Inno nazionale e l’Inno europeo.

 I dieci punti del ‘’Manifesto per lo sviluppo delle aree interne e per il contrasto dello spopolamento ’’

  1. Superare i ritardi nell’utilizzo dei fondi pubblici, anche tramite la semplificazione e fissazione dei procedimenti e dei termini, privilegiando progetti strategici di sviluppo locale;
  • Modificare la legge n. 158/2017 sui piccoli comuni restringendo, tramite un criterio realistico, il numero e la portata degli interventi contemplati, altrimenti privi di effetti apprezzabili. Inoltre, i criteri di preferenza devono distinguere i piccoli comuni a seconda del maggiore disagio;
  • Procedere, da parte delle Regioni che non abbiano ancora provveduto alla ricognizione censuaria dei propri immobili demaniali e patrimoniali, a definire i relativi procedimenti attuando, in caso di inadempienza, i meccanismi sostitutivi previsti dalla Costituzione al fine di consentire l’assegnazione dei terreni incolti ai giovani che intendano intraprendere attività agricole o zootecniche;
  • Promuovere il passaggio di competenza per la manutenzione delle strade delle aree interne dalle province all’ANAS, con precedenza per gli assi viari essenziali essenziali per i collegamenti delle aree stesse con stazioni, autostrade ed aeroporti;
  • Recupero dei 62 miliardi persi con la riduzione di quota 34.

 Castiello, presidente della BCC dal 2011 al 2017, si è affacciato alla politica per ragioni di opportunitá poiché, testuali parole, “le banche devono essere mantenute lontano dalla politica e dalla sanità”. Motivo per cui, dando prova di coerenza, decide di dimettersi dalla banca dove ha fatto due mandati presidenziali, rimanendo presidente della Fondazione Grande Lucania, una Onlus con cariche gratuite e prive di rimborsi spesa, che si occupa di assistenza ai disabili, cultura ed approfondimenti scientifici anche in collaborazione con l’Università di Salerno.

‘’Giá in questo contesto– afferma il senatore- iniziammo ad occuparci della questione meridionale nei risvolti economici ed elaborammo la teoria del recupero della quota 34: nelle otto regioni meridionali, noi abbiamo il 34% della popolazione totale del paese, per cui a noi spetterebbe il 34% degli investimenti pubblici’’.

Bisogna prendere coscienza della interdipendenza delle due macroeconomie: se si sviluppa il Sud si ha un effetto migliorativo anche per l’apparato produttivo del Nord. Lo stesso governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, lo afferma.  La questione meridionale è dunque da interpretarsi ed intendersi come questione nazionale come giá evidenziato da due autorevoli capi dello stato, quali Sandro Pertini e Carlo Azelio Ciampi. Partendo da questo presupposto, Ciampi varó quota 34. Nel 2008 il governo Berlusconi-Tremonti la cancella flettendola al 27-28. Tutti gli economisti, di qualunque estrazione politica, hanno acclarato che se noi avessimo conservato nel Mezzogiorno quota 34 avremmo avuto una minore disoccupazione nella misura di 500mila unitá. “È stato calcolato che 62 sono i miliardi che ci sono stati sottratti’’.

La riduzione degli investimenti pubblici è la causa principale del declino del Mezzogiorno. Dei progetti del 2017 avviati e non completati, il 70% è localizzato al Sud; la rete stradale è sostanzialmente invariata da circa 30 anni e del tutto inadeguata quella ferroviaria e dell’Alta Velocità. Sempre crescente lo spopolamento e l’emigrazione dal Sud di giovani laureati. Allo spopolamento delle aree interne del Mezzogiorno andrebbe data un’attenzione particolare in quanto esistono obblighi di legge a tutela di ciò, quali l’art.119, comma 6 della Costituzione e l’art 174, 1° e 2° comma del Trattato dell’Unione Europea; entrambe le disposizioni vincolano le autorità nazionali ed europee a rimuovere i divari tra regioni povere e ricche, sostenendo lo sviluppo di quelle meno favorite.

  • Istituire un Fondo nel quale far confluire le risorse corrispondenti alla mancata attuazione della ripartizione migliorando le infrastrutture, con precedenza per le aree interne. Il Fondo potrá essere gestito, per esempio, da una costituenda Banca per gli investimenti nel Mezzogiorno che, per essere efficace, dovrebbe avere i connotati di un ‘’Mediocredito’’ per il Sud Italia che, ponendosi al fianco delle imprese, dovrebbe essere finalizzato alla realizzazione delle infrastrutture necessarie allo sviluppo delle loro attivitá in un’ottica di lungo-medio periodo. Il tutto in maniera complementare alle Banche di Credito Cooperativo il cui ruolo localistico dovrebbe essere rinvigorito rispetto a quanto previsto dalla precedente riforma;
  • Utilizzare la leva della decontribuzione previdenziale per le assunzioni prevedendo, a favore delle imprese delle aree interne, lo sgravio contributivo per la durata di tre anni per gli uomini e quinquennale per le donne, essendovi nel Mezzogiorno una disoccupazione femminile del 60%. Lo stesso ministro Provenzano ha affermato che farà “un provvedimento shock per le donne nel Mezzogiorno” che propone “di inserire all’interno di questo piano decennale la nostra proposta della decontribuzione differenziata per sesso’’. Utilizzare, inoltre, la leva fiscale prevedendo l’esonero dalle imposte delle cessioni a terzi degli immobili abbandonati nei borghi spopolati, e agli interventi edilizi diretti al loro recupero. Esonerare, infine, i residenti nei piccoli comuni di collina e montagna dal canone tv, essendo il segnale fortemente disturbato; per i residenti nelle aree interne andrebbe disposto anche l’esonero dal pagamento dell’imposta di proprietà sugli autoveicoli, quale misura indennitaria per i disagi derivanti dagli accidentati percorsi viari;
  • Accordare la precedenza alle aree interne nell’attuazione delle norme di incentivazione previste dalla legge quadro sulle aree protette, preferendo piccoli comuni nella concessione di finanziamenti comunitari ed interni;
  • Promuovere l’istituzione della Cabina di Regia per il Coordinamento e la Promozione dell’Agricoltura, dell’Agroalimentare e dell’Artigianato delle aree interne del Mezzogiorno col compito di promuovere i prodotti del Sud ed il relativo marchio con appositi accordi commerciali; promuovere le filiere produttive nelle regioni meridionali; predisporre piani di formazione a beneficio di giovani interessati agli sbocchi professionali del settore; favorire la rete sia fra gli enti territoriali, sia fra le imprese, nonché sostenere i piccoli comuni delle aree interne, per la progettazione e realizzazione degli interventi. La promozione delle aree interne dovrà avvenire anche attraverso una svolta nel sistema della comunicazione, che troppo spesso riserva al Sud poco tempo ed offre del Mezzogiorno distorta concentrandosi su notizie quali delinquenza, camorra, mafia, impedendo la conoscenza delle bellezze paesaggistiche, culturale, ed agroalimentari delle aree interne;
  1. Prevedere l’adozione da parte di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) di un sistema tariffario agevolato per il pedaggio dei treni ad Alta Velocitá che collegano in modo diretto il Nord ed il Sud, per i tratti dell’infrastuttura non predisposti per l’Alta Velocitá, con tariffa agevolata per le tratte interne a Sud di Salerno.

Non è più accettabile la migrazione al Nord per la ricerca di servizi sanitari ed occupazionali. Non è piú accettabile il lungo ritardo con cui il Sud aspetta di rinvigorirsi. Non è più accettabile che chi risieda nelle zone interne viva la mortificante condizione di cittadinanza limitata, adempiendo ai propri doveri ma senza poter godere di pieni diritti.

“Abbiamo invitato il Premier per questo convegno propositivo -conclude il senatore- con proposte partecipate nel corso dell’interlocuzione diretta con i sindici, e dunque con il territorio. Poi, una volta varato il piano straordinario, inviteremo il Ministro Provenzano a venire sul territorio, stavolta nel Vallo di Diano, per spiegare il piano adottato, i suoi tempi e modi di attuazione e verificare se e quali nostre proposte saranno state accettate’’.

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