L’origine del Natale: la rinascita del Sol Invictus

Tutti sanno benissimo che il 25 dicembre cade l’anniversario della nascita di Gesù Cristo; in molti sanno che è una data convenzionale, in quanto non sappiamo con precisione quando questi sia venuto al mondo; non tutti sanno, però, che la scelta non è stata casuale: il 25 dicembre, infatti, in epoca romana, veniva celebrata la festa della nascita del Sol Invictus (il Sole Invitto, o Invincibile), che risorge dopo il solstizio d’inverno, giorno in cui la stella compie nel cielo l’arco più basso dell’anno e le ore di buio raggiungono il loro massimo. Nell’antichità, questo nome è stato utilizzato per varie divinità solari di origine orientale (Helios, Apollo, El-Gabal, per citarne alcune), che, infine, furono assimilate in un’unica figura nel periodo tardo-imperiale. Nel culto del Sole, alla sua rinascita, quest’ultimo era rappresentato come un fanciullo partorito da una vergine (e già qui notiamo qualche somiglianza con la vicenda del Cristo).

Con la progressiva penetrazione della cultura greca, dal II secolo a.C. in poi, i culti orientali divennero sempre più popolari a Roma. Nel 218, l’imperatore Eliogabalo, cercò di imporre nell’Urbe il culto di una di queste divinità: stiamo parlando del dio solare El-Gabal, del quale lui stesso era sacerdote. Ma fu solo verso la fine del III secolo che il culto del Sole s’imporrà prepotentemente: l’imperatore Aureliano, balcanico d’origine, cercò di consolidare, con un nuovo culto statale, la precaria unità politica dell’Impero (strada già percorsa in Egitto, secoli prima, dai Tolomei, col culto di Serapide). E sarà proprio Aureliano a fissare la (ri)nascita del Sol Invictus il 25 dicembre.

Fu nel 330, sotto Costantino, che il Natale cristiano arrivò a coincidere con questa data: la figura di Cristo, d’altra parte, è a più riprese associata con elementi quali la luce (nel Vangelo di Giovanni o nelle Lettere di Paolo di Tarso) o il sole stesso (in Matteo e nell’Apocalisse), venendo quasi contrapposta, in quanto vero sole, al dio pagano; tra l’altro, importanti profeti della tradizione veterotestamentaria come Malachia ed Isaia denunciano il legame del futuro Messia con la stella; inoltre, volendo prendere in considerazione anche il tema della Resurrezione, centrale sia nei culti solari che nel monoteismo cristiano, notiamo che il Cristo è risorto nel Dies Solis dei pagani, che poi diventerà il Dies Dominicus (il giorno del Signore), ossia la nostra domenica.

Ad ogni modo, quest’anno più che mai, si spera di riuscire a prendere esempio dalla vicenda della divinità solare, rinascendo dopo i tempi difficili appena trascorsi e trovando la forza di reagire alla lunga notte del solstizio d’inverno.

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