Lo smarrimento del personale scolastico. Seconda dose, le risposte degli esperti

Un’iniezione di sfiducia. La vaccinazione del personale scolastico si è trasformata in un groviglio di incertezze e progressivo malessere. Dalla speranza di immunizzazione al rischio di reazioni avverse, fino alla consapevolezza di aver ricevuto il vaccino meno efficace contro le varianti. Il clima di allarmismo si è ingigantito di ora in ora, alimentato dalle scarse e confuse comunicazioni provenienti dall’Asl, che solo ieri mattina ha invitato le categorie coinvolte a non presentarsi nei punti vaccinali. Le notizie diffuse dagli organi di informazione e la sospensione del vaccino AstraZeneca decisa dall’Aifa hanno indotto alcuni tra i già vaccinati, in Campania il 90% del personale scolastico, a ricorrere ai controlli della coagulazione del sangue. Il tempo di protrombina, noto anche come PT, ossia la misura del tempo necessario alla formazione di un coagulo, in un campione di sangue. Al vaglio degli esperti ci sono infatti i dati delle trombosi sospette, comprese cartelle cliniche e autopsie. In particolare gli approfondimenti riguardano le trombosi cerebrali venose del seno traverso dopo i casi segnalati su giovani donne nel Nord Europa. Sono poco più di 30 i casi segnalati in Europa, di cui 7 mortali, su 5 milioni di somministrazioni. Gli esperti e le autorità sanitarie sconsigliano, a quanti hanno già ricevuto la prima dose con AstraZeneca, di assumere farmaci fluidificanti e di sottoporsi ad esami specifici: qualsiasi reazione al vaccino compare entro le 72 ore, e chi ha fatto la vaccinazione da diversi giorni non deve temere nulla. Al momento non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e i casi di trombosi. Dall’Ema, l’agenzia europea del farmaco, sottolineano che i benefici del vaccino AstraZeneca superano i rischi e che l’incidenza degli eventi tromboembolici sugli immunizzati non è più alta di quella della popolazione generale. La sensazione è che domani l’Ema procederà con uno sblocco del vaccino ma senza aver fugato tutti i dubbi. Uno scenario, quest’ultimo, temuto dal Governo perché incapace di dissipare dubbi e di allontanare lo stato d’allarme attuale. Le conseguenze potrebbero rivelarsi ancora più pesanti se l’Ema dovesse promuovere il vaccino annunciando però nuovi approfondimenti. A quel punto la fiducia rischia di incrinarsi definitivamente, danneggiando una già macchinosa campagna vaccinale.

Probabilmente, sostengono gli esperti, è venuto a mancare un corretto bilanciamento tra analisi dei dati e comunicazione. Anche stavolta ha prevalso la componente mediatica, non sempre ben informata e ben documentata, spesso dedita al sensazionalismo. Il risultato è che tra i docenti abbondano gli interrogativi e in molti si preparano a rinunciare alla seconda dose con la ripartenza di AstraZeneca. Il problema maggiormente evidenziato riguarda la possibilità di scelta del vaccino da ricevere. Chi si è prenotato può solo eventualmente disdire ma in caso di conferma riceverà la somministrazione prevista per la categoria o fascia d’età di appartenenza. In teoria, chi ha avuto iniettata la prima dose con AstraZeneca può ricevere la seconda di un altro farmaco in assenza di evidenze cliniche che lo impediscono. Ma come spiega l’infettivologo Ieraci, interpellato dal quotidiano ‘La Repubblica’, di norma questo avviene soltanto nel caso in cui ci sia stata una pesante reazione avversa o un caso di anafilassi con un farmaco e allora i sanitari possono decidere di somministrare il richiamo utilizzando un altro dei vaccini approvati. Ma le regole sull’immunizzazione, basate sulle schede tecniche dei vaccini, prevedono che la seconda dose sia fatta con lo stesso farmaco, impedendo dunque a un cittadino che ha ricevuto AstraZeneca senza reazioni avverse di richiedere Pfizer, Moderna o J&J. In ogni caso, al momento dell’appuntamento per la somministrazione i cittadini sono invitati a compilare una scheda di anamnesi completa delle proprie patologie e condizioni di salute che verrà analizzata da un medico per valutare la compatibilità con il vaccino. In tal senso l’Ema potrebbe fornire indicazioni più precise considerando il verificarsi di questi casi di trombosi.

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