Le case all’asta nelle mani di mafiosi e affaristi

Allarme della Commissione Antimafia su usura e aste giudiziarie. L’ultimo documento dell’organismo parlamentare sottolinea sia l’urgenza di proteggere le fasce più deboli della popolazione, che la crescente acquisizione da parte di realtà mafiose dei crediti in sofferenza degli immobili sottostanti (sottraendoli alle famiglie sovra–indebitate). 

E’ l’ennesima denuncia che giunge dalle istituzioni dello Stato sui pericoli di infiltrazioni mafiose nell’economia e nel tessuto sociale sfilacciato dal Covid. La pandemia sociale sta producendo un’emergenza senza precedenti al Sud, dove grazie all’enorme liquidità da riciclare le mafie stanno tentando di creare servizi paralleli di welfare. Come al Nord, d’altronde, dove nel mirino delle organizzazioni criminali sono finite soprattutto le imprese in crisi.

L’impoverimento di tanti lavoratori dipendenti e piccoli imprenditori ha spinto infatti la Caritas Ambrosiana e le fondazioni antiusura a promuovere diverse proposte legislative come una legge sul sovraindebitamento simile a quella degli altri paesi europei, la possibilità di rinegoziare i mutui pur in situazioni di difficoltà, la proposta di istituire cartolarizzazioni sociali per salvare gli immobili pignorati alle famiglie. La Commissione ha rilevato come nel corso del 2020 le segnalazioni antiriciclaggio siano aumentate dell’ 11,1 per cento e a causa della pandemia il numero di segnalazioni di operazioni sospette ricevute dall’Unità di informazione finanziaria per l’Italia è cresciuto dal 7 per cento rispetto al 2019, in modo particolare nel corso del secondo semestre dello stesso anno. 

All’ufficio nazionale dell’Associazione Antiracket-Antiusura sono giunte diverse segnalazioni sul particolare interesse di mafiosi ed evasori fiscali, spesso con la costituzione di società di comodo nei paradisi fiscali, per gli immobili sottostanti i crediti deteriorati”. Un settore che L’università di Napoli Federico II e la Cattolica, in collaborazione con i Tribunali napoletano e milanesi, stanno monitorando da tempo rilevando molte anomalie, come la presenza di prestanome e di reti. “Il sistema normativo ne permette purtroppo la penetrazione e i magistrati accolgono spesso le azioni di notai e commercialisti senza approfondire. Questo è un campo che consente il riciclaggio”, avvisa l’avv. Mario Manzo, Responsabile Nazionale Ufficio Legale Associazione Antiracket-Antiusura.

Con la distorsione delle organizzazioni criminali si effettua poi una macelleria sociale, dato che dopo la prima battitura d’asta il prezzo cala del 25% ed è interesse di chi acquista effettuarne altre. Come intervenire? Secondo gli esperti basterebbe coordinare le norme. Con una piccola variazione all’articolo 586 del Codice di procedura civile, ad esempio. Invece di lasciare alla discrezionalità del magistrato la sospensione dell’asta allorquando il valore dell’offerta si presenta al di sotto della soglia di accettabilità del valore di mercato, si obbliga il giudice a sospenderla. L’agenzia delle entrate, che in una compravendita interviene se il valore dichiarato dell’immobile si ritiene sottostimato, potrebbe determinarne direttamente i valori. Ultimo passo, che ha attirato l’attenzione della Commissione antimafia, accertare le provenienze dei capitali con un database nazionale dei partecipanti alle aste. 

“Le esecuzioni immobiliari aste e il sovraindebitamento sono strettamente legate all’usura – osserva Ottavio LEO, Vice-Presidente di Emergenza Legalità  – che matura in un contesto molto prossimo, se non proprio contiguo, ad ambienti riconducibili alla criminalità organizzata. Per combattere e contrastare l’usura bisogna intervenire  con proposte coraggiose, concrete e pratiche come l’introduzione del “codice rosso”, che prevede la possibilità di avere strutture dedicate in grado di intervenire con sollecitudine, ricevere le denunce e attivare le misure di prevenzione previste dalla normativa. Una white list degli acquirenti sarebbe certamente utile a prevenire l’intreccio sempre più inestricabile fra mafie, evasori fiscali, società anonime costituite nei paradisi fiscali, professionisti asserviti, prestanome che in questi anni ha inquinato il mercato delle aste immobiliari. Se realizzato consentirebbe anche un’attività preventiva per salvare le abitazioni di famiglia e scongiurare tanti drammi. Quanto alle aste giudiziarie, speriamo, con la imminente riforma sulla giustizia, che il Parlamento  intervenga con coraggio per regolamentare diversamente il sistema e scongiurare drammi per migliaia di famiglie”.

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