Lavoratori agricoli esclusi dal Dl Sostegni. Nel meridione caos rinnovi contrattuali

I sindacati sottolineano le gravi discriminazioni perpetrate a danno di un milione di lavoratori agricoli che sono stati, ancora una volta, esclusi dal diritto a qualsiasi sostegno, malgrado abbiano subito la perdita di milioni di giornate di lavoro a causa dell’emergenza Covid. Chiedono diritti contrattuali, un reddito dignitoso e sostegni adeguati come ad altre categorie di lavoratori. E su questi presupposti si fonda la manifestazione organizzata da Flai Cgil, Fai Cisl e Uila davanti al Senato, per ottenere la modifica del Decreto Sostegni. Mentre sabato 10 aprile si svolgeranno manifestazioni davanti alle prefetture di tutta Italia.

L’esclusione dai sostegni suona come una beffa per i lavoratori dell’agricoltura considerati indispensabili per garantire il cibo sulle nostre tavole. A ciò si aggiunge la preoccupazione dei sindacati per il riemergere, attraverso interviste e dichiarazioni di stampa, della tentazione di modificare, semplificandola, l’attuale normativa sui voucher in agricoltura che, sostengono, ha garantito finora trasparenza e regolarità nell’uso di questo strumento. Sul fronte dei rinnovi contrattuali, invece, le trattative si stanno trascinando in quasi tutte le province italiane, in particolare nel meridione, senza trovare una soluzione positiva. 

I lavoratori agricoli non hanno avuto diritto alla disoccupazione agricola e continuano ad essere esclusi da qualsiasi forma di indennità. Indennità, tra l’altro, ridotte da 1000 a 800€. Mancano risposte per i lavoratori del settore agricolo in legge 240 che non hanno diritto alla Naspi e su cui non si opera l’accordo sindacale in caso di licenziamenti.

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