La vita in quarantena? La parodia di sei giovani artisti salernitani

Eludere il tempo durante la quarantena è possibile? Certo che sì. Molti sono gli artisti contemporanei che durante la reclusione forzata, hanno trovato un buon compromesso per realizzare nuovi progetti, nuove utopie da rafforzare una volta terminato il periodo di clausura comune.

Esattamente, questo è proprio il caso di sei musicisti salernitani che alcuni giorni fa, hanno deciso di mettere nero su bianco le loro doti canore.

Rigorosamente a distanza, il gruppo salernitano in questione ha investito il proprio tempo libero in termini musicali, non solo per il gusto di rivendicare una propria passione, ma soprattutto per lanciare un ulteriore messaggio sul dovere di “restare a casa”.

All’appello musicale hanno risposto: Carlo Giacomazza, fotoreporter e musicista, Tommaso Fichele, cantante, attore e insegnante di canto, Domenico Prisco, programmatore e chitarrista, Mario Coralluzzo, tecnico di radiologia, cantante e chitarrista, Ernesto Castelluccio, speaker radiofonico e cantante, Antonio Esposito, tastierista e cantante.

Ideatori del progetto musicale sono stati Carlo Giacomazza e Domenico Prisco, autori – tra l’altro – anche del testo che riprende le note della celeberrima canzone “E la vita, la vita” di Cochi e Renato; un brano realizzato rigorosamente in Smart working di cui sempre più spesso, siamo un po’ tutti protagonisti e vittime.

Il canto, che richiama all’ordine i giorni della quarantena, è stato registrato in momenti diversi di questo periodo, vista la distanza oggettiva. Montato in un secondo momento, nella traccia si ironizza – con molta affezione – sulla routine in vivo durante il Coronavirus: file interminabili al supermercato, viaggi disperati per raggiungere la propria famiglia al Sud, mascherine insopportabili ma necessarie, e soprattutto senso civico che dovrebbe spingere ognuno di noi a seguire le regole per auspicare alla normalità futura.

“C’è, c’è chi cerca un po’ di Amuchina, chi fa scorte di mascherine, c’è chi un giorno invece ha pensato, e allora ha detto io parto con il treno notturno, io parto e non avviso che parto. Ciao! (…) E la vita, la vita, quella in quarantena quarantena, sempre con mascherina mascherina, attaccata alla testa. Tutti giorni ormai è festa”. Queste alcune strofe presenti nel testo.

“La canzone è nata per gioco – dichiara Carlo Giacomazza, una tra le tante partite Iva italiane a cui ogni lavoro legato alla sua professione, è stato rimandato a data da destinarsi – e per la passione che abbiamo nei confronti della musica, per la stima del repertorio delle parodie di cui ne apprezzo le doti di Elio e le Storie Tese, e in generale per l’ironia che mai come in questo momento è necessaria per sdrammatizzare l’attimo estremamente complesso”.

In casa sì, senza mai perdere l’entusiasmo, quello che contraddistingue Giacomazza stesso che nei giorni scorsi ha pubblicato sul suo profilo Facebook, lo scatto di “Lello De Giulis”alter ego di Giulia De Lellis – in mascherina e con un cuscino avvolto intorno al corpo; una foto in cui Lello risulta essere un vero e proprio fotomodello.

Lello De Giulis
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