Inflazione e caro bollette: non bastano i bonus (e la propaganda) per evitare nuovi poveri

L’aumento spropositato del costo di luce e gas sta mettendo in ginocchio famiglie, lavoratori, pensionati e imprese. I dati sull’inflazione ad agosto sono impietosi: ha raggiunto l’8,4%. E la situazione tenderà a peggiorare con l’autunno, soprattutto al cospetto dei continui record dei prezzi del gas sul mercato europeo e delle speculazioni. Le bollette in vetrina dei piccoli commercianti rappresentano un dramma, lo stesso che stanno vivendo le famiglie a basso e medio reddito. I bonus del Governo sono una soluzione tampone insufficiente per fronteggiare l’emergenza, incapace di rispondere in maniera più strutturale alle speculazioni e agli scarsi investimenti. L’esecutivo ancora in carica tende a cedere il testimone al Governo che nascerà dalle urne ma gli stessi che si candidano a governare il Paese occupano già posizioni di rilievo nell’attuale formazione. Salvini, Berlusconi, Letta, e tutta la galassia centrista spezzettata e disseminata qua e là.

Ci si affida ad alchimie elettorali, a proposte vetuste e a soluzioni magiche, spietatamente propagandistiche. Ma le scadenze non attendono. La questione dovrebbe essere affrontata con urgenza e determinazione, lo testimonia il fatto che con i rincari d’autunno sono a rischio alimentare oltre 2,6 milioni di persone che in Italia sono costrette a chiedere aiuto per mangiare e rappresentano la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero crescente di famiglie a causa dell’inflazione spinta dal carrello della spesa per i costi energetici e alimentari. Secondo la Coldiretti il balzo dell’inflazione spinto dalle quotazioni record del gas costerà infatti alle famiglie italiane 564 euro in più solo per la tavola nel 2022, a causa del mix esplosivo dell’aumento dei costi energetici legato alla guerra in Ucraina e del taglio dei raccolti per la siccità che aumenta la dipendenza dall’estero e alimenta i rincari.

Il carrello della spesa con incrementi del 9% sta pesando e non poco. Come cresce la spesa degli acquisti nei discount, che è un segnale di chi cerca il risparmio, così cresce la richiesta presso le strutture caritative. Secondo Banco Alimentare il rischio è di ritrovarsi con oltre mezzo milioni di nuovi poveri entro la fine dell’anno. Una previsione che considera solo in parte l’eventuale e sciagurato rischio di chiusure significative di aziende e di nuovi disoccupati: la tipologia di nuovi poveri è costituita dalla famiglia monoreddito, con un lavoro regolare, che non vede crescere le sue necessità ma vede crescere enormemente i costi. Per una coppia con due figli si parla di una stangata di 2.600 euro in più, una cifra che per una famiglia monoreddito si avverte in modo pesante.

E’ assolutamente intollerabile che imprese energetiche continuino ad incamerare extraprofitti miliardari derivanti esclusivamente dalla speculazione su gas e petrolio. Sta accadendo che famiglie e lavoratori sono alle prese con i rincari e stentano ad arrivare a fine mese e una controllata di Stato segna il +600% di profitti nell’ultimo semestre. Fonti autorevoli come l’Ufficio Parlamentare di Bilancio stimano che almeno 40 miliardi siano entrati nelle casse di poche società. Gli extraprofitti dovrebbero essere tassati al 100% e restituiti alle lavoratrici e ai lavoratori con una redistribuzione straordinaria. Prima di misure lungimiranti, di ampio respiro. Prima di intervenire strutturalmente affrontando la questione energetica.

Per quel che riguarda le misure da attuare nell’immediato per fronteggiare l’emergenza, passa anche dalla tassa sugli extraprofitti delle società energetiche la possibilità per il Governo di varare nuovi aiuti. Finora la gran parte delle aziende ha deciso di non pagare e di presentare ricorso, nonostante il Decreto Aiuti di agosto abbia inasprito controlli e sanzioni. Il Tesoro ha incassato soltanto 1 mld sui 10,5 stimati.

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