In memoria di Pino Grimaldi, innovatore del design

Ho conosciuto Pino Grimaldi all’ultimo anno di Liceo, a metà degli anni ’80, come supplente di Storia dell’Arte. Rendendosi conto della situazione (la mia era una classe composta quasi esclusivamente di maschietti) decide di introdurci alla “cultura del progetto” con la scusa di insegnare la strategia per approcciare le ragazze, inquadrando, quindi, il problema come progetto di comunicazione.

Anni dopo, inizi anni ’90, quando nasce Scienze della Comunicazione all’Università di Salerno, viene incaricato dal promotore del Corso di Laurea, Annibale Elia, dell’insegnamento di Industrial Design. Io, all’epoca studente di Pedagogia, decido di frequentare le sue lezioni senza dirgli che non fossero nel mio piano di studio.

Nasce comunque un bel dialogo tra noi e così, notando una mia infarinatura in ambito tipografico e nell’uso dei sistemi Apple, mi chiede di dargli una mano ad allestire i laboratori e seguire gli allievi. Ed è così che, da semplice appassionato di grafica, decido allora di diventare un professionista del settore.

Pino Grimaldi si affaccia sul panorama culturale salernitano a partire dagli anni ’70, formatosi alla scuola di Filiberto Menna, insieme ad altri come Rino Mele e Angelo Trimarco, per citare solo alcuni. Insieme all’amico di sempre Gelsomino D’Ambrosio fonda nel 1973 Studio Segno, che poi diventa Segno Associati, e, nel decennio successivo, la casa editrice 10/17 e la rivista “Grafica”.

L’intento della rivista Grafica è ospitare i contributi alla definizione tanto della disciplina professionale che degli strumenti didattici atti alla formazione del designer di “manufatti di comunicazione visiva”. Insomma: arricchire il dibattito teorico sulla professione del grafico, insieme ad altri grandi studiosi della comunicazione visiva come Anceschi, Iliprandi, De Fusco, Munari, ecc.

Questi teorici si rendono conto, in quegli anni, che la professione del grafico necessita non solo una conoscenza delle tecniche artistiche e tipografiche, ma di una vera “cultura del progetto” per acquisire autonomia e autorevolezza. Pino Grimaldi e Gelsomino D’Ambrosio sono tra i professionisti e i docenti che, nel 1989, promuovono una definizione etica delle funzioni del “progettista della comunicazione visiva”: la “Carta del Progetto Grafico”, prima presentata ad Aosta e poi pubblicata sulla rivista Grafica di D’Ambrosio e Grimaldi, con l’approvazione dell’associazione AIAP (che raggruppa molti professionisti progettisti).

Nel decennio ’80  la professione si apre stabilmente a capacità e compiti ben oltre la tipografia (i type designer italiani sono sempre stati importanti, da Griffo a Bodoni, fino a Novarese) mirando a superare il livello artistico e a sconfinare in altre discipline.

Nei primi anni ’90 anche in Italia viene istituita Scienze della Comunicazione, con l’apporto del filosofo Aldo Trione e i linguisti Annibale Elia e Tullio De Mauro.
Quando parte a Salerno il primo corso di Laurea, Pino Grimaldi viene incaricato dell’insegnamento di Industrial Design. Il Presidente del Corso di Laurea, Annibale Elia, nell’introduzione al testo di Grimaldi e D’Ambrosio “Lo studio grafico. Da Gutenberg al Piano di Identità visiva” (ed. 10/17, Salerno 1995), si chiede: «… quale sarà il balzo in avanti decisivo per il terzo millennio che si nasconde dietro la fotocomposizione, dietro la computer-grafica, dietro il comunicatore di professione».

Segno Associati sviluppano allora una molteplicità di progetti di comunicazione sia a livello nazionale, ad es. con Finmeccanica, sia internazionale, con l’UE. Pino Grimaldi si dedica al marketing aziendale e territoriale (es: Il sogno di Era, studio di marketing territoriale per la foce del Sele) mentre con Gelsomino prosegue l’attività didattica e teorica come pure la pubblicazione della rivista Grafica.

Nel primo decennio del 2000 Pino Grimaldi si accorge che i limiti della professione del designer della comunicazione sono ormai sempre più “sfumati”. Ispirandosi alle teorie di Bauman sulla società liquida, sosterrà, quindi, i concetti di Blur design prima con il libro Dalla Grafica al Blur Design (Electa, 2007) e la rivista Blur Design (10/17 ed., 2009 ) e poi in una Master Lecture all’interno dell’evento “Campania Blurdesign” svoltosi a Napoli nell’ottobre 2009.

Scompasa nel 2006 la figura fondamentale di Gelsomino D’Ambrosio e interrotta la pubblicazione di Grafica, Pino Grimaldi decide nel 2009 di lasciare Segno Associati e fonda una nuova impresa di comunicazione che chiama appunto “Blur Design”. Nel 2018 pubblica Blur design. Il branding invisibile (Fausto Lupetti Editore) e poi prepara una mostra fotografica che purtroppo non ha potuto inaugurare.

Hanno ospitato gli insegnamenti di Pino Grimaldi, oltre l’Università di Salerno e la Facoltà di Architettura della Seconda Università di Napoli, anche l’Isituto Superiore per le Industrie Artistiche di Urbino, la Scuola di Direzione e Organizzazione Aziendale di Vietri sul mare, l’Istituto Superiore di Design di Napoli. Numerosi sono inoltre i convegni, dibattiti e mostre che ha organizzato o vi ha partecipato, nonché l’amplissima bibliografia di cui è autore.

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