Il Re Leone, il remake di una delle storie più amate di sempre

Motore, ciak, azione e la meravigliosa macchina della settima arte si mette in moto, mentendo abilmente in soli ventiquattro fotogrammi al secondo, raccontando a noi spettatori storie di ogni genere.

Oggi, anche se con qualche giorno di ritardo, tocca al film: Il Re Leone

Uscito nei maggiori cinema italiani il 21 agosto 2019.

La trama è nota:

Simba è il futuro re, il cucciolo di Mufasa, il re della giungla, temuto e ammirato da tutti, che non predilige la guerra e ama il proprio regno e gli abitanti, più di se stesso. Ma qualcuno trama nell’ombra, il fratello Scar, invidioso del fratello Mufasa, pronto a macchiarsi del crimine più atroce (cioè l’assassinio del fratello) e prendere il  pieno potere.

Dopo un increscioso incidente dove il povero Mufasa perde la vita, Simba viene esiliato da Scar, che lo convince di essere la causa principale della morte del padre. Simba cresce lontano dalla Rupe dei Re facendo amicizia con i mitici Timon e Pumba, finché il passato sotto le vesti dell’amica del cuore (Nala) e dal mandrillo saggio (Rafiki), Non bussa alla sua porta e torna a cercarlo chiedendogli di assumersi le proprie responsabilità ricordando a Simba chi è lui veramente.

L’opera cinematografica di Fravreau venticinque anni dopo l’originale si presenta incrementata di ben ventinove minuti e con l’aggiunta di qualche gag esilarante (occhio all’antilope). Ha un’atmosfera più cupa, quasi dark. Il film comunque resta abbastanza fedele alla pellicola degli anni novanta in molte inquadrature e nel montaggio video, curato minuziosamente da Livols e Gerstel con l’inserimento di qualche dissolvenza incrociata che riporta lo spettatore indietro nel tempo.

Il  Film è tutto in CGI (Tranne una scena) è perfetto, forse troppo,le ricostruzioni degli animali e dei paesaggi sono molto fedeli alle originali, ed è proprio questa perfezione secondo me che penalizza il film e rende un po’ il tutto troppo artificioso. Ci sono pochissimi primi piani, una soggettiva e molti campi lunghi descrittivi.

Vorrei Soffermarmi un attimo sulla colonna sonora premio oscar (1994), è stata nuovamente curata da Hans Zimmer per le musiche e Elton John per le canzoni. (Nel film però, sono presenti non solo le canzoni dell’ opera originale, ma anche due canzoni dall’adattamento teatrale e due canzoni inedite interpretate da Beyoncé e da Sir Elton John.)

Nella versione italiana le canzoni sono interpretate da svariati artisti, due su tutti Elisa e Marco Mengoni, perfetti nelle loro interpretazioni.

Insomma, cari lettori di Paese Sud, il prodotto audiovisivo è confezionato davvero bene, la sperimentazione dei mezzi tecnici è elevatissima e io concederei una possibilità di visione al film. Quello che manca, secondo me, è l’anima antica della pellicola, data forse dalla grafite della matita che imprimeva non solo il disegno ma anche un pizzico di umanità in più, che abbracciava tutti noi, piccoli e meno piccoli guidandoci con leggerezza e non superficialità, nella visione dell’opera.

Tre curiosità:

1. Lo sviluppo del film ha richiesto più di 2 anni; Per rendere realistiche tutte le scene, il regista e altri 6 membri della troupe hanno trascorso 2 settimane percorrendola da nord a sud con più di 100kg di attrezzature, fotografando e filmando sia gli animali che i luoghi che hanno ispirato le Terre del Branco, la Gola degli gnu e il cimitero degli elefanti.

2. Il film è uscito nelle sale cinematografiche statunitensi il 19 luglio 2019, in onore del 25º anniversario dell’uscita del film originale nel 1994.

3. In Italia, il film è stato proiettato in anteprima il 24 luglio 2019 al Giffoni Film Festival in lingua originale con sottotitoli.

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