“Il Coronavirus è un monello”. Parola ai più piccini

Mentre gli adulti provano a nascondere la preoccupazione, gli occhi dei bambini vanno oltre la psicosi e la paura. In questo periodo di emergenza Covid-19 anche la vita dei più piccini è inevitabilmente cambiata; all’improvviso è stata negata loro la possibilità di uscire, di giocare con i propri amici, di andare a scuola, di vedere i propri nonni e gli altri familiari, insomma la loro normalità – come quella di tutti – è stata stravolta e a tratti proibita.

Il fatto che “non si parla d’altro” è stato avvertito anche dai bambini che inconsciamente apprendono e realizzano la notizia secondo una modalità “a misura di bambino”. “I bambini hanno sguardo e memoria, anche quando sembra che non osservino” (Dacia Maraini). Per questo, secondo Francesco Samengo, Presidente di Unicef Italia, “è importante mantenere un dialogo aperto e di supporto con i nostri figli: questo può aiutarli a comprendere meglio“. A confermarcelo infatti è Grazia, una mamma, la quale ci racconta che “ai bambini va spiegato cosa è il Coronavirus, per i bambini è importante dargli delle regole, io ad esempio ho adottato le stesse della normalità quindi lavarsi, andare “all’asilo di mammaper fare delle attività, pranzo e sonnellino pomeridiano, un po’ di tv e gioco libero. Vanno tenuti impegnati ed è molto importante dare loro delle speranze ad esempio dire che quando tutto finirà si potrà andare al parco, a casa dei nonni e al mare“.

Sicuramente non sempre è facile per un genitore pensare a come far passare il tempo ai propri bambini, spesso si annoiano e per questo è importante dare libero sfogo alla fantasia inventando delle attività divertenti ma allo stesso tempo utili ai fini dell’apprendimento. C’è anche chi, come Alessandro (un papà), ci racconta di essere abbastanza fortunato perchè avendo un giardino a disposizione per far giocare i bambini piccoli, farli andare in bici e giocare con la palla, fa vivere loro la sensazione “vacanza” senza avvertire troppo la pesantezza che c’è fuori.

Non possiamo uscire perché fuori c’è la malattia che fa venire la febbre a tutti soprattutto ai nonni“. Lei è Beatrice e ha 3 anni e ci racconta: “a casa gioco con mamma e papà, coloriamo tutti insieme anche se questo virus mi fa triste. Però è bello perché sto con mamma e papà a casa che di solito lavorano. Quando finisce la malattia voglio fare la ballerina, voglio andare al mare, dai nonni e da Zara”.

Nel mondo degli adulti sembra “facile” dare una giusta definizione al fenomeno ma non bisogna assolutamente sottovalutare i bambini poichè, oggi come oggi stupiscono chiunque per le loro domande ma soprattutto con le loro risposte. Ecco infatti la spiegazione strettamente personale di come appare il Coronavirus agli occhi dei bambini di età compresa tra i 2 e i 9 anni.

Che cos’è il Coronavirus? Perchè non puoi uscire? Come passi il tuo tempo?“:

  • “Il Coronavirus è un mostriciattolo che punge e fa venire la febbre e la tosse. Io voglio restare a casa anche se mi piace più uscire”. Aurora 3 anni e mezzo.
  • “Il Coronavirus è un mostriciattolo che fa ammalare le persone e non si può uscire altrimenti ci ammaliamo anche noi” Liliana 3 anni.
  • “Dobbiamo stare tutti con le mascherine, non possiamo andare in palestra e scuola e non possiamo abbracciare le altre persone” Ludovica 5 anni.
  • “Penso che non si può uscire di casa e poi non posso toccare il mio fratellino appena nato. Si deve usare la mascherina e se usciamo ci arrestano i carabinieri” Cassia 5 anni.
  • “Io voglio che passi perché così c’è tanto amore e voglio abbracciare il mio fratellino e tenerlo in braccio” Gaia 4 anni.
  • “Io penso che voglio abbracciare il mio fratellino appena nato perché è bellissimo e adesso non posso” Leonardo 3 anni e mezzo.
  • “Io vorrei essere una fata per sconfiggere il Coronavirus. Vorrei andare a scuola ma non si può andare per colpa del Coronavirus. Mi mancano le mie maestre e tutti i miei compagni, mi manca la palestra e mi dispiace che non si può fare il saggio dopo tanto impegno. Tutto salta per colpa del Coronavirus. Mi mancano i miei nonni, gli zii e i cugini che vorrei abbracciare ma non posso” Vittoria 7 anni.
  • “Il Coronavirus è un virus cattivo e anche invisibile che vola nell’aria. Non posso uscire perché è molto pericoloso, per passare il tempo vado sopra sul terrazzo a giocare a pallone a fare il portiere e mi porto la mia macchinina che mi ha regalato il coniglio di Pasqua.” Salvatore 6 anni.  
  • “Il Coronavirus è di colore verde schifo.” Stefano 3 anni.
  • “Il Coronavirus è una malattia che possiamo prendere tutti, io prego che non venga a quelli che amo perché ho saputo che è molto pericolosa. Dobbiamo stare a casa e se si esce per fare la spesa bisogna mettere i guanti e la mascherina. Sono contenta perché posso dormire di più e stare più tempo con chi amo ma sono triste perché non posso vedere i miei amici e le maestre”. Giorgia 9 anni.
  • “Il Coronavirus è quando usciamo e ci prendiamo il virus. È una cosa bruttissima perciò dobbiamo stare chiusi a casa e quando passa il virus possiamo uscire e essere liberi. Papà è forte e non può prenderlo. Quando finisce voglio andare alle palline, mi mancano le giostre, la scuola e le maestre.” Carmen 3 anni.
  • “Il Coronavirus è un virus malefico che non ci fa uscire perché veniamo contagiati. Sono un po’ annoiato perché non posso vedere i miei amici e giocare con loro.” Alessandro 8 anni.
  • “Il Coronavirus è una malattia e non si può uscire perché si diffonde il contagio. Non mi annoio mai perché studio, vado in bici e gioco.” Giorgia 7 anni e mezzo.
  • “Il Coronavirus è un virus molto cattivo che fa venire la febbre ed è molto pericoloso soprattutto per i miei nonni. Sono felice di stare a casa con mamma e papà mentre prima per via del lavoro non ci stavano quasi mai. Ho imparato a fare le torte con la mia mamma, a giocare a monopoli e ho anche aiutato papà a montare una porta per giocare a pallone” Antonio 6 anni.
  • “Per me il Coronavirus è una malattia. Mi sento annoiatissima perché vorrei andare a scuola. A casa cerco di divertirmi a fare i lavoretti con mia sorella, con mamma, nonna e zia.” Chiara 6 anni e mezzo.
  • “Il Coronavirus è un monello perché non ci fa andare a scuola e io vorrei andare all’asilo. Per sconfiggerlo dobbiamo restare a casa e aspettare che finisce.” Nicole 4 anni e mezzo.
  • “Il Coronavirus è una malattia molto pericolosa che è il motivo per cui stiamo in casa. Non si può uscire perché potremmo contagiarci” Alessandro 9 anni.
  • “Il Coronavirus è una tosse che poi si starnutisce anche. Dobbiamo lavarci le mani con il sapone non toccare occhi naso e bocca.” Viola 3 anni.
  • “Per sconfiggere il Coronavirus dobbiamo restare a casa altrimenti ci infettiamo e infettiamo le altre persone” Angela 9 anni.
  • “Il Coronavirus è davvero male perché non mi piace. Io voglio uscire, voglio andare in spiaggia e al parco” Francesca 5 anni.
  • “Io voglio andare al mare e anche in piscina. Io voglio uscire e non voglio fare i compiti in vacanza!” Marco 7 anni.
  • “Il Coronavirus è una cosa che fa male a qualcuno perciò non possiamo uscire perchè se no prendiamo una cosa che non ci fa bene. Dobbiamo restare solo a casa perchè è una cosa pericolosissima, le giornate le passo bene però mi manca la scuola, le maestre e i miei amici. Questa cosa fa male al corpo come le cannucce che usiamo per bere le cose calde calde ci fanno male al corpo, ed è la stessa cosa del Coronavirus però fa un po’ più male delle cannucce che si sciolgono e si mettono nella pancia.” Greta 7 anni.

Per quanto le risposte di questi piccoli bambini possano essere diverse e variare a seconda dell’età, la voglia comune è sicuramente quella di voler tornare a fare “le cose dei piccoli“. Sarà sicuramente difficile intrattenerli tutta la giornata tra le mura domestiche ma allo stesso tempo sono proprio i più piccini a vedere del positivo in un momento così negativo. La loro innocenza nel vedere la realtà non ha prezzo! Sono loro i primi ad essere felici perchè passano del tempo con i genitori solitamente impegnati per lavoro e sono gli stessi che ci impartiscono una gran bella lezione: sorridere e apprezzare le piccole cose.

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