I veti renziani intralciano la trattativa per il Conte Ter. Convocato Draghi. Mattarella: “Governo di alto profilo”

Un Governo istituzionale, è questa la strada che si profila all’orizzonte dopo che l’esplorazione del Presidente della Camera Roberto Fico si è arenata per effetto delle irremovibili posizioni renziane nell’ambito di una mediazione complicata con gli ormai ex alleati di Governo sul nuovo patto di legislatura. Dopo un’estenuante trattativa, durata giorni, fallisce il tentativo di partorire il Conte ter con la stessa maggioranza che sosteneva il Governo giallorosso nato nel 2019. Fico è salito al Colle per riferire al Presidente Mattarella: “Allo stato attuale permangono distanze alla luce delle quali non ho registrato l’unanime disponibilità di dare vita ad una maggioranza tra le forze che sostenevano il precedente governo”, ha dichiarato uscendo dal Quirinale il presidente della Camera. Il Qurinale: “Serve Governo di alto profilo, darò presto un nuovo incarico”. Domani per le ore 12 è stato convocato dal Presidente della Repubblica l’economista ed ex Presidente della Bce Mario Draghi.

I motivi della rottura sono direttamente riconducibili ai veti che Matteo Renzi ha posto con gli alleati di Governo per sabotare il nuovo tentativo e agevolare la nascita di un Esecutivo istituzionale con un nuovo premier. “La rottura è inspiegabile, Renzi rompe non con Conte, ma con gli alleati”, tuonano dal Pd. Il vicesegretario dem Orlando, sostiene che Renzi voleva far saltare tutto fin dall’inizio: “Credo che questa rottura si volesse e credo ci sia un disegno politico”. Per il M5S ha poi precisato di non aver mai posto veti. Per Vito Crimi, capo politico del Movimento, l’unico obiettivo di Iv è avere qualche poltrona in più.

“Bonafede, Mes, Scuola, Arcuri, vaccini, Alta Velocità, Anpal, reddito di cittadinanza. Su questo abbiamo registrato la rottura, non su altro. Prendiamo atto dei niet dei colleghi della ex maggioranza. Ringraziamo il presidente Fico e ci affidiamo alla saggezza del Capo dello Stato”, ha twittato il senatore di Scandicci.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo le dimissioni rassegnate al Capo dello Stato, “ha ritenuto di non dover assumere alcun ruolo o posizione pubblica in questa delicata fase per il Paese, nel rispetto dell’impegno profuso dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dal Presidente della Camera Roberto Fico. Come ricordato nei giorni scorsi, il Presidente del Consiglio non ritiene di dover rilasciare dichiarazioni mantenendo invece il doveroso riserbo sulla evoluzione della crisi di governo”, sottolineano fonti di Palazzo Chigi.

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