Ecco alcuni dei candidati scelti da Enrico Letta (dal Piemonte alla Campania)

Mentre il livello della campagna elettorale si fa sempre più alto (basta andare sui social di qualcuno di Fratelli d’Italia), sono gli ultimi giorni utili per prendere la residenza a Vicenza. E perché mai, direte voi? Per votare Enrico Letta in persona al collegio uninominale alla Camera, ovviamente. Per il resto il segretario si affida ai giovani under35, per esempio Pier Ferdinando Casini, qui piazzato in Emilia Romagna. Ma poteva benissimo essere candidato ad Abbiategrasso. Lui va sempre bene, come un buon paio di calzini neri, che stanno con qualunque vestito indossi, magari c’è qualche buco che andrebbe ricucito, ma li metti lo stesso.

Senza ironia, invece, gli under35 sono degnamente rappresentati da molti candidati, tra cui la segretaria dei Giovani Democratici, Caterina Cerroni, di anni 31, la quale si sta davvero impegnando per rialzare il livello del dibattito. La sua agenda pone al centro temi cari ai millennials, come la lotta alla precarietà nel mondo del lavoro e la tutela dell’ambiente. Prende anche le distanze da La Regina. Come forse saprete, il mio coetaneo ventinovenne in dei post su Facebook aveva fatto battute inopportune sull’esistenza dello Stato di Israele. Un’idea davvero geniale che ha portato La Regina a rinunciare alla candidatura. E non importa se tutti i millennials, tra cui Rachele Scarpa, del PD si dissociano, ormai destra e terzo polo si sono scagliati contro le liste di Enrico Letta.

Allontanandomi dal Veneto, purtroppo ho perso la possibilità di votare Piero Fassino (eppure mi sono spostata in Piemonte apposta).

Ma che parlo a fare, se a voi interessa il Sud? In Campania c’è Speranza, Roberto Speranza. Il collegio dov’è candidato a Napoli doveva essere sicuro, ma, come si legge nel libro “I Sette Killer dello Shinkansen”, “non esistono lavori facili”. I primi guai per lui non arrivano da destra, ma da Articolo Uno, che gli chiede con una lettera pluri-firmata di dissociarsi dalle logiche di De Luca. Occorre notevole ardimento per affrontare i nemici, ma molto di più per affrontare gli amici.

In corsa come capolista del listino PD plurinominale di Salerno, c’è anche il figlio del governatore, l’onorevole Piero De Luca, classe 1980, che cerca di riscattarsi dopo la brutta sconfitta contro il pentastellato Nicola Provenza, proprio a Salerno.

Invidio poi la possibilità dei campani di votare Dario Franceschini al Senato. Le polemiche principali riguardanti le liste, che hanno spinto molti potenziali candidati, specie esterni al PD, a rinunciare, è il rischio che la Campania possa essere in realtà “una pista di atterraggio sicura per nomi illustri”, penalizzando i candidati a chilometro zero, quelli realmente nati al Sud, come ha fatto notare il deputato uscente di Articolo Uno, Federico Conte. Lui, nativo di Eboli, avrebbe dovuto essere il numero due per il listino del Senato Campania 2, ma per questi motivi ha rinunciato. Confermata, invece, la numero uno, Susanna Camusso, ex segretaria Cigl, che infatti è milanese. Come al solito, le critiche più pesanti ai candidati PD e del centrosinistra arrivano da sinistra. Ma ora ci si mette anche il neonato Terzo Polo.

Nell’immaginario collettivo ormai il centrosinistra ha dato asilo a comunisti, antisemiti e drogati. Ecco cosa scrive la pagina Facebook ufficiale di Matteo Renzi, in un momento in cui il Social Media Manager era probabilmente in pausa caffè:

“La destra candida chi ci ha portato sull’orlo del fallimento nel 2011. La sinistra chi inneggia all’Unione Sovietica e vota contro la Nato. Il vero voto utile è mandare persone competenti in Parlamento #ItaliaSulSerio #TerzoPolo”

Se avete tempo e non c’è niente da guardare in streaming, guardatevi i commenti.

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