Dieta Mediterranea regina della tavola. In Campania al via i progetti d’impresa

Con il Covid torna la Dieta Mediterranea sulla tavola degli italiani, spinta da un aumento medio dell’11% dei consumi nel 2020 dei suoi prodotti simbolo come olio extravergine d’oliva, frutta e verdura fino alla pasta, per effetto della tendenza delle persone a compensare il maggiore tempo trascorso in casa con un’alimentazione più sana. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti su dati Ismea diffusa in occasione del decennale della dell’iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco, avvenuta il 16 novembre 2010.

A guidare la classifica della spesa mediterranea è la pasta con un incremento degli acquisti del 12,5%, trainata anche dal boom fatto registrare da penne e spaghetti certificate fatte con grano 100%. Al secondo posto la verdura con una crescita del 12,2%, seguita dalla frutta con un +11,1% e dall’olio extravergine d’oliva dove i consumi aumentano del 9,5% nei primi sei mesi dell’anno.

Il 16 novembre prossimo, a dieci anni esatti dalla proclamazione dell’UNESCO della Dieta Mediterranea come patrimonio immateriale dell’Umanità, hanno inizio nel Cilento i laboratori di co-creazione di MD.Net – progetto di cooperazione transnazionale finanziato dall’Unione Europea (FESR 2014-20) – allo scopo di attivare e sostenere iniziative per lo sviluppo del territorio intorno al tema della Dieta Mediterranea. La Regione Campania è leader del progetto, con un partenariato di 13 organismi – pubblici e privati – rappresentanti nove Paesi euro-mediterranei.

I laboratori (Living labsono organizzati con l’obiettivo di creare imprese legate alla Dieta Mediterranea in particolare tra i giovani delle aree rurali. Condividendo informazioni e stimolando creatività e innovazione, i Living Lab sono anche opportunità di integrare idee e generare cooperazione nella comunità locale, andando ad impattare, da un lato, sulla sfera lavorativa e, dall’altro, su quella sociale, del rapporto umano e del tessuto culturale e identitario del territorio cilentano, da legare a prospettive di innovazione tanto tecnologica quanto relazionale.

La Regione Campania, attraverso la Direzione Generale per le politiche sociali, cura tutte le fasi di organizzazione, promozione e realizzazione assieme alla società in house SCABEC – Società Campana Beni Culturali – con il supporto del Future Food Institute, uno tra i più accreditati istituti internazionali in tema di educazione e innovazione per lo sviluppo sostenibile a partire dal cibo e dai sistemi agroalimentari. Coinvolti nei laboratori sono gli uffici regionali competenti nei diversi settori toccati dal tema.

Riproduzione riservata ©