De Luca: “Militarizzare l’Italia e chiudere tutto: mezze misure non servono a niente”

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, nel suo discorso ai cittadini della Campania, si è espresso in merito all’emergenza coronavirus, utilizzando parole dure nei confronti degli irresponsabili e contestando la politica delle “mezze misure” del governo centrale:

“Il sacrificio dell’80% dei cittadini campani rischia di essere vanificato dal resto e da comportamenti irresponsabili. Ritengo sia arrivato il momento di chiudere tutto e di militarizzare l’Italia: se l’obiettivo primario è limitare il contagio per evitare di contare a migliaia i nostri morti, tutti i corpi dello Stato devono andare nella stessa direzione. Apprezzo l’invio del contingente dell’Esercito in Campania ma non basterà. Cosa succede se perdiamo il controllo dell’area metropolitana più abitata del mondo, quella della Campania? I morti li conteremo a migliaia. Le misure tampone, il mezzo mezzo, non serviranno a niente. Non possiamo fare finta di nulla. Le pattuglie devono far rispettare le ordinanze della Regione Campania: chi perde tempo in giro è un trasmettitore di contagio. Questa è una visione realistica. Siamo già in ritardo ma possiamo limitare la crescita esponenziale dei contagi in Campania. Dopo dieci giorni da controesodo raccogliamo i primi effetti. Abbiamo molti medici e infermieri contagiati. Cercheremo assicurare la massima tutela al personale medico. In Campania per il momento c’è stato il picco dell’inciviltà. I comportamenti irresponsabili sono una bomba che può esplodere nel giro di una settimana. Conteremo i morti. Di fronte ad assembramenti, ad inciviltà diffusa, di fronte a una situazione pesante noi siamo chiamati come Regione a fare uno sforzo gigantesco. Sulla strumentazione siamo in ritardo, siamo fuori tempo massimo, abbiamo messo in campo misure straordinarie ma il problema sono i tempi. Mascherine? Se tutto va bene, dalla settimana prossima saremo autonomi per un mese. Attendiamo il picco per i primi del mese di aprile. La cosa principale da fare rimane quella su cui stiamo insistendo da giorni: più siamo rigorosi più si accorciano i tempi dell’emergenza. Altrimenti questo calvario durerà per mesi. Mi arrivano notizie di giovani in procinto di laurearsi che stanno organizzando una festa: vi mandiamo i carabinieri con il lanciafiamme. Possiamo decidere di vivere allegramente ma il risultato è l’ospedale. Ci sono state manifestazioni religiose nonostante i divieti, non si è trattato di momenti di spiritualità ma di imbecillità. Chi non applica l’ordinanza della Regione sta violando la legge, iniziative volte a eludere le disposizioni dell’autorità. Invito il governo a emettere decreti non vaghi ma perentori. Siamo in guerra, sollecito misure repressive”.

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