Ddl Zan, una legge attesa da venticinque anni

“LA PAURA DEL SESSO GENERA MOSTRI” – di Paese Sud.it Riprese a cura di Lorenzo Moscariello. Montaggio a cura di Marco Giordano. Intervista di Stefano Ferrara.

Nel 1996 Arcigay chiede di estendere la legge Mancino del 1993, che difende dai reati d’odio per motivi razziali o religiosi, anche all’orientamento sessuale: viene così depositato il primo ddl contro le aggressioni omofobiche. Non sarà il primo, perché nelle legislature a venire saranno molteplici i tentativi di riconoscere giuridicamente l’esistenza di un diffuso fenomeno discriminatorio nei confronti delle persone lgbt+. Tentativi che non hanno trovato nessuno spazio nell’agenda parlamentare, scippati al dibattito in aula dall’assenza della calendarizzazione. Il ddl depositato da Alessandro Zan del Pd, da molti considerato soltanto il minimo sindacale, frutto di già troppi compromessi al ribasso, sembra subire gli effetti di un atteggiamento ancora diffuso nel Paese, svelto a riflettersi sull’operato di una destra regressiva in salute: l’invisibilizzazione delle identità, aspetto strutturale e per certi versi determinante della discriminazione e dell’emarginazione sociale. Si basa su un assunto semplice: se fingi che una cosa non esista ed eviti di parlarne, renderai quella cosa irriconoscibile. E mentre il ddl Zan è al palo al Senato, cresce il fronte della sensibilizzazione, insieme a un movimento di opinione mai conosciuto prima sul terreno della lotta per i diritti civili. Un contrappeso alle aggressioni subite da una comunità, che mettono a nudo il ritardo culturale e normativo di un Paese a digiuno di educazione alla sessualità e all’affettività. Ne abbiamo parlato con Francesco Napoli, Presidente di Arcigay Salerno, nel corso di un intenso dialogo immortalato dalle nostre camere.

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