Curva Sud a 60 euro: l’ultimo atto di una storia sbagliata

Sindrome di Stoccolma. E’ proprio questa la condizione particolare e paradossale in cui una parte della tifoseria granata, per fortuna oggi una minima parte, si ritrova a vivere da ormai un decennio.

Gli assurdi prezzi dei tagliandi per il match tra Salernitana e Juventus rappresentano solo l’ultimo atto di una guerra neanche troppo fredda tra la dirigenza e la tifoseria, o per meglio dire tra la dirigenza e quella parte di tifoseria non accondiscendente, che non gode di una considerazione particolare da parte della società, conquistata a colpi di atti di servilismo.

I 60 euro richiesti per l’ingresso in Curva Sud, il settore popolare per eccellenza, sono l’ennesimo affronto verso una tifoseria, un intero popolo, che non ha mai fatto mancare il proprio affetto anche quando la Salernitana si chiamava Salerno Calcio e le avversarie che venivano in trasferta all’Arechi non erano gli squadroni di Serie A, ma compagini del calibro del Budoni e dell’Astrea.

Ciò che lascia davvero sbigottiti è il totale distacco dalla realtà di chi decide di speculare per l’ennesima volta su una passione che a Salerno non conosce categoria. Lascia senza parole il distacco di chi non capisce quanto sia spropositata la cifra di 60 euro, soprattutto in questo determinato periodo storico.

Eppure nella prima parte di campionato i tifosi della Salernitana sono stati gli ottavi in Italia per numero di presenze dietro solo alle milanesi, alla Juventus, al Napoli, alla Fiorentina e alle due squadre capitoline che vantano un bacino d’utenza significativamente diverso.

Neanche i 6.000 dell’Olimpico, in una gara che già prima del fischio d’inizio aveva ben poco da raccontare dal punto di vista meramente sportivo e del risultato, sono bastati a smuovere le coscienze di questi signori che continuano a fare danni con l’arroganza che da sempre li contraddistingue.

Come se la tifoseria dovesse essere grata per la condizione surreale che si ritrova a vivere da anni a causa del vero e unico peccato originale: la multiproprietà.

La totale assenza di una catena di comando ai vertici societari non fa altro che generare ulteriore caos: ambiente naturale in cui i soliti personaggi sono messi in condizione di dare impunemente il loro peggio. La totale inadeguatezza della dirigenza, della presidenza e di chiunque ricopra un ruolo decisionale all’interno del sodalizio di Via Allende lascia poi senza parole tutti coloro i quali hanno l’unica colpa di amare follemente quei colori granata e di farlo non da oggi che il nostro avversario è la Juventus ma, è bene ribadirlo, da sempre.

Neanche l’ultimo posto in classifica, la mancanza di una proprietà, l’ennesima proroga nella vendita concessa dai trustee e l’operato della società sul mercato sono riusciti a intaccare la passione dei tifosi granata che saranno come sempre in migliaia a popolare i gradoni dell’Arechi e che, come sempre, sono giunti in lodevole numero a Cagliari sobbarcandosi l’ennesima giornata di viaggio.

Tutto ciò, però, non sembra interessare a chi ha come unico obiettivo quello di speculare su una passione sempre meno popolare e sempre più elitaria. L’unico obiettivo è il guadagno immediato: il tempo scorre, la deadline del 31 dicembre si avvicina e nessuno può sapere cosa riserverà il futuro.

O forse qualcuno già lo sa.

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