L’Università degli Studi di Salerno, questa mattina lunedì 3 febbraio, ha presentato attraverso il workshop dal titolo Corruzione, freno per lo sviluppo locale: primi risultati, il lavoro svolto dall’OST, Osservatorio per lo Sviluppo Territoriale del Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione.
Il Convegno ha non solo reso noti i risultati di ricerca dell’Osservatorio sulla Corruzione locale e nazionale, ma anche posto alcune riflessioni importanti su tematiche quali legalità e anti-corruzione. L’incontro ha visto protagonisti il professor Virgilio D’Antonio, direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione, il professor Massimiliano Bencardino, Responsabile OST e la professoressa Roberta Troisi, Direttore Scientifico dell’Osservatorio. Il dialogo con i giovani studenti dell’Università degli Studi di Salerno è stato inoltre arricchito dalla presenza del Procuratore Antimafia di Salerno, Vincenzo Montemurro e Gaspare Dalia, professore ordinario di Diritto Processuale Penale presso l’Università stessa. Non era presente ad offrire la propria testimonianza l’Ex Presidente Della Regione Campania, Stefano Caldoro, il quale ha dovuto declinare l’invito del direttore di Dipartimento a causa di un impegno politico.
Il moderatore, Professor Marcello Giuseppe Feola, ha introdotto il complesso incontro e le delicate tematiche che sono state poi approfondite nel corso del Convegno dalla Professoressa Troisi.
Le Ricerche dell’OST e la cultura della Legalità
L’OST è nato dall’incontro di insegnanti e ricercatori di due Facoltà, Scienze Politiche e Scienze della Comunicazione e si prefigge di raccogliere dati statistici che riescano a definire al meglio le differenti realtà territoriali, con lo scopo dunque di individuare gli interventi più adeguati, attraverso un approccio interdisciplinare che possa abbracciare più campi, quali la ricerca storica, geografica, sociologica ed economica. Grande attenzione, nel corso della mattinata, è stata posta ai risultati delle ricerche scientifiche dell’Osservatorio nell’ambito della Corruzione – dilagante nel nostro Paese – vista come vero e proprio freno al normale sviluppo delle attività territoriali. Dalle analisi dell’OST sono emersi alcuni dati che ci hanno permesso di porre una distinzione tra un tipo di Corruzione detta Privata e un tipo di Corruzione Pubblica, entrambi gravi e deleteri per lo sviluppo locale.
Quello che la Troisi ha tenuto a precisare, all’interno del suo ampio discorso sull’educazione dei giovani studenti alla legalità e all’anti-corruzione, è che spesso tutti noi sottovalutiamo la cosiddetta Zona Grigia. Come lei stessa ha sottolineato “è importante educare i giovani studenti alla cultura dell’anti-corruzione. Attraverso le analisi sul Grado di Gravità della Corruzione siamo riusciti a definire al meglio la Zona Grigia, la quale funge da base sulla quale si organizza poi la corruzione”. E ancora, continua – “un esempio sono i celebri scambi che non appartengono all’illegalità, perché non ritenuti tali, ma che sono comunque considerati immorali. È nel nostro parafrasare le cose legali che facciamo tutti cose illegali, cercando una strada alternativa e giustificando il nostro operato attraverso varie espressioni. Ecco, questa è la Zona Grigia. Come ha sottolineato anche il Dottor Montemurro, la Zona Grigia non è difficile da individuare”.
La dottoressa Troisi è fermamente convinta che il raggiungimento di un obiettivo all’interno della legalità è l’esito dell’aritmetica più banale tra un diritto e un dovere. “Tutte le volte in cui rompiamo l’equilibrio tra l’esercizio di un diritto parallelo e speculare all’adempimento di un dovere – aggiunge il Direttore Scientifico dell’Osservatorio – noi ci avviamo per la strada sbagliata dell’immoralità, la quale secondo me è l’inizio della giustificazione degli atti illegali, giustificati da alcuni Alibi culturali“. Fino a quando continueremo a giustificare questi atti illegali per il raggiungimento dei nostri scopi personali, riterremo tollerabile un fenomeno superiore, immorale e riusciremo a sopportare la cultura della Corruzione, emersa dai dati raccolti negli ultimi mesi dall’Osservatorio.