Cannabis e Walter De Benedetto: è una mossa Kansas City

Walter De Benedetto, malato di artrite reumatoide che ha scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ai ministri della Salute e della Difesa, per chiedere un incremento della produzione di cannabis terapeutica. ANSA

Giusto, sbagliato, legalizzare, non legalizzare, spaccio o non spaccio. 
Nulla di tutto ciò viene trattato in quest’articolo, che vuole invece occuparsi di un lato oscuro del caso sollevato su Cannabis e Walter De Benedetto: è una mossa Kansas City?

I FATTI
Walter De Benedetto è un cittadino toscano che vive in provincia di Arezzo, ha 49 anni e da quando ne aveva soltanto 16 è affetto da una malattia gravissima e dolorosa, una forma acuta di artrite reumatoide. 

De Benedetto era stato incriminato per spaccio di sostanze stupefacenti, perché assume Cannabis per diminuire i dolori dovuti alla malattia, ma questo in Italia è legale, fin dal 2006 (ordinanza 18 luglio 2006 Ministero della Salute). De Benedetto in realtà è stato processato perché coltivava delle piantine in casa, dove i carabinieri hanno rinvenuto una quantità di cannabis superiore a quella consentita. 

Dal 27 aprile 2021, giorno in cui il tribunale di Arezzo ha deciso di dare la piena assoluzione a Walter De Benedetto da tutte le accuse che pendevano su di lui, si sta sviluppando un enorme dibattito sulla legalizzazione delle cosiddette droghe leggere. 
In realtà il dibattito è stato riaperto, perché nel nostro paese non è mai finito da oltre 31 anni, cioè dal 1990, anno in cui fu varato il testo unico sulle sostanze stupefacenti. 

LA MAFIA NON SI SCONFIGGE

Il terreno di scontro più battuto su questo fronte, è quello del contrasto al fenomeno del traffico di droghe. Spesso vengono fatti accostamenti con altre vicende storiche legate al proibizionismo, come alcool e tabacco. 
Le argomentazioni più inflazionate sono quelle secondo cui i business criminali siano stati completamente smantellati negli scorsi decenni, grazie alla legalizzazione o alla statalizzazione della gestione e distribuzione di questi prodotti. 

Partiti di destra come Fratelli d’Italia e Lega Salvini Premier, continuano ad opporsi strenuamente alla legalizzazione, sottolineando che questa non equivale assolutamente alla risoluzione dei problemi legati ai traffici di droga illegali e che la mafia ne uscirebbe tutt’altro che sconfitta. 

<<C’è qualcuno in Parlamento che parla di legalizzare, distribuire, liberalizzare, spacciare. MAI. La droga è morte. Non esistono droghe buone o che fanno bene. Meglio un piatto di trofie o di pansoti (pasta fatta in casa) e un bicchiere di pigato e vermentino >>. Così il senatore Salvini a Genova nel quartiere di Sampierdarena, lo scorso 17 settembre 2020. 

Anche Giorgia Meloni e tutto il partito politico Fratelli d’Italia, da anni, lottano strenuamente per evitare la legalizzazione. Riuscendoci. Hanno fermato diverse proposte di legge, ostacolando in tutti i modi la vendita per i prodotti THC a basso contenuto di cannabis. 

<<Legalizzare le droghe leggere combatte il crimine organizzato? Ripropongo le sagge parole del grande Paolo Borsellino per smontare una volta per tutte questa clamorosa menzogna…>>, così scrive Giorgia Meloni su twitter il 31 maggio 2019, pubblicando un video integrale del giudice Paolo Borsellino, della durata di 6 minuti e 25 secondi. 

<<La legalizzazione degli stupefacenti non può rappresentare un modo per combattere la mafia, innanzitutto perché non si può stabilire un’equazione assoluta tra la mafia e il traffico di sostanze stupefacenti>>. Così esordisce il giudice Borsellino, uno dei pilastri della storica lotta alle mafie e a Cosa Nostra. 

LA MOSSA KANSAS CITY
Le origini di questa “mossa” risalgono a una celebre truffa passata alla storia: il truffatore chiedeva al malcapitato in quale degli Stati Uniti si trovasse Kansas City, scommettendo denaro sul risultato. 

Il fatto che non tutti sanno, compresi tanti americani, è che esistono due città con lo stesso nome (Kansas City) separate da un fiume ma situate in due stati diversi: una nel Missouri, l’altra nello stato del Kansas.
Credendo che il truffatore voglia spingere a rispondere Kansas, il malcapitato identifica invece Kansas City nel Missouri, ma la risposta esatta è proprio Kansas City in Kansas, e il truffatore vince il premio pattuito. 

In altre parole:
– la vittima sospetta l’imbroglio;
– è convinta di sapere come aggirarlo;
– e ci cade lo stesso.

La vittima deve pensare di aver capito come funziona la truffa ed entra nella vera trappola. Infatti quando focalizza la sua attenzione su una cosa, l’azione ( o la verità) è dalla parte opposta (o del fiume).

LA “TRUFFA DI WALTER DE BENEDETTO”

La destra ha fatto una cosa ammirevole, diffondendo un video di 6 minuti e 25 secondi di Paolo Borsellino. Perché chi lo guarda crede finalmente di aver aggirato la truffa, fermandosi ai primi 30 secondi di video. 
In realtà bisognerebbe guardare tutti i 6 minuti e 25 secondi, per capire che Paolo Borsellino aveva un buon motivo per sostenere quelle cose: cioè che, prima di essere ucciso, il gioco era proprio al contrario

In quegli anni tanti sostenevano la legalizzazione, per non dare retta alle indicazioni di Borsellino, né a quelle di Giovanni Falcone, riguardo il fatto che la mafia non guadagnava più solo dalla droga, ma stava per infiltrarsi negli appalti statali e nei fiumi di finanziamenti che sarebbero arrivati negli anni successivi in Sicilia. 

Ora si fa l’esatto contrario. Si usa questa argomentazione per alimentare un dibattito completamente inutile, ottimo però per ostacolare la legalizzazione. Tutti sanno che la mafia non si sconfigge legalizzando le droghe leggere. Ma infatti non è questo il punto. 

Allora qual è il punto?

Senza scendere troppo nel tecnico, la malattia di Walter De Benedetto determina il malfunzionamento di una membrana tra le ossa e un eccesso di liquido prodotto dalla membrana stessa, un processo che man mano assottiglia e distrugge le ossa e la cartilagine (semplificando al massimo il discorso). Provate solo a immaginare le infiammazioni su tutto il corpo e i dolori causati

La malattia “artrite reumatoide” è sistemica, quindi può coinvolgere anche altri organi e apparati, con infiammazioni diffuse in polmoni, pericardio, pleura, nella sclera dell’occhio e con lesioni diffuse sotto la pelle. 

Ecco una foto per farsi un’idea di cosa stiamo parlando. 

Il punto è che la cannabis non serve solo a sballarsi, ma è scientificamente provato che ha incredibili effetti terapeutici per malattie incurabili che provocano sofferenze atroci. L’uso della cannabis allevia quelle sofferenze. 

Tanto che l’ONU (l’Organizzazione Mondiale delle Nazioni Unite) il 2 dicembre 2020 ha rimosso la cannabis dalla “IV Tabella della Convenzione Onu sulle sostanze psicotrope del 1961” (cioè dannose), annullando quindi tutte le misure di controllo, che per anni hanno imbrigliato e rallentato produzione, distribuzione e prescrizione della cannabis.

Walter De Benedetto coltivava in casa la cannabis perché ne ha bisogno per non soffrire. L’uso personale terapeutico è già legale, ma (come spesso succede qui) in Italia c’è il famoso fenomeno del “danno e la beffa”: nonostante tutto questo, la produzione nazionale è insufficiente per la richiesta da tutti i pazienti che ne hanno urgentemente bisogno, e spesso ricorrono a questi metodi “alternativi”, perché i dolori atroci da ossa, polmoni, occhi, tendini, altri organi e pelle non aspettano le lungaggini burocratiche. 

Ma la Destra italiana continua la sua mossa Kansas city gridando di mafia e cose simili. Mentre migliaia di persone non chiedono di essere spacciatori o mafiosi, ma di alleviare un po’ le proprie sofferenze. Quelle che non auguro a nessun “truffatore né truffato”, perché non si curano con un piatto di trofie o di pansoti e un bicchiere di pigato e vermentino (citando qualcuno).

Marco Giordano

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FONTI:

ORDINANZA 18 luglio 2006:
“Importazione  di  medicinali a base di delta-9-tetraidrocannabinolo e trans-delta-9-tetraidrocannabinolo”.
(GU n.183 del 8-8-2006) Permalink = https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2006/08/08/06A07368/sg

Twitter di Giorgia Meloni col video di Paolo Borsellino: https://twitter.com/giorgiameloni/status/1134473737238122497

Video di Salvini: “Niente droga, meglio un piatto di trofie” – https://www.lanuovapadania.it/video/salvini-legalizzare-la-cannabis-mai-la-droga-e-sempre-morte-meglio-il-vermentino/

L’ONU cancella la cannabis dalla lista delle sostanze dannose – 2 dic 2020 – https://www.repubblica.it/salute/2020/12/02/news/onu_via_cannabis_dalla_lista_delle_sostanze_dannose_-276747022/

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