Campania, tasso di positività all’11,16%. L’appello dei medici: “Prematuro allentare restrizioni”

Sono 1.627 i positivi registrati in Campania quest’oggi, di cui ben 554 sintomatici. Nel bollettino odierno diffuso dall’Unità di Crisi regionale si contano 7 decessi e 1848 guariti. In Regione il tasso di positività si attesta dell’11,16% rispetto al 14,63% registrato ieri.

Complessivamente, in Campania sono stati vaccinati con la prima dose 827.238 cittadini. Di questi 296.221 hanno ricevuto la seconda dose. Le somministrazioni effettuate sono state, in totale, 1.123.459.

I dati delle ultime settimane mostrano progressivi segnali di rallentamento della crescita dei contagi da Sars-CoV-2, tuttavia le condizioni di sovraccarico di tutto il sistema ospedaliero, con indici di occupazione delle terapie intensive e delle aree mediche COVID ben oltre le soglie critiche individuate, nonché la marcata circolazione del virus, con circa 530mila contagi attivi, e la persistente elevata mortalità impongono molta cautela nell’allentare le misure restrittive della movimentazione sociale. “Ogni prematuro allentamento delle restrizioni potrebbe mettere a rischio tanto la vita dei pazienti affetti da COVID-19, costringendo per carenza di posti letto gli operatori a scelte strazianti sotto il profilo etico, come il triage inverso, quanto la salute dei pazienti con altre patologie, la cui prevenzione e cura rischia di essere ancora una volta sacrificata a causa della sottovalutazione del rischio di una persistente elevata circolazione del virus, sulla quale i medici e i dirigenti del servizio sanitario nazionale lanciano da tempo, inascoltati, tutti gli allarmi possibili”, si legge nell’appello lanciato dall’intersindacale che riunisce i principali sindacati dei medici.

Un rallentamento delle restrizioni sarà possibile, secondo i medici, solo con contagi giornalieri al di sotto di 5.000 casi su base nazionale, mantenendo una larga capacità di testing e riprendendo il contact tracing per il controllo della diffusione dell’epidemia, i ricoveri in area Covid medica e intensiva largamente al di sotto delle soglie critiche, rispettivamente 40% e 30%, e la vaccinazione completata almeno per i soggetti fragili e gli ultra 60enni, categorie a più alto rischio di ricovero e mortalità.

Campagna vaccinale

Dopo il disastro comunicativo sul vaccino AstraZeneca, la campagna vaccinale rischia di subire una nuova battuta d’arresto dopo la nuova grana Johnson&Johnson, scoppiata a pochi giorni dal debutto in Italia del vaccino statunitense. La Food and Drug administration statunitense e i Cdc (Centers for Disease Control) sospenderanno l’uso del vaccino in attesa delle indagini sui problemi di sicurezza, dopo il decesso di una donna in seguito alla somministrazione del farmaco. A seguito di questa decisione, la Johnson & Johnson ha rinviato la distribuzione del suo vaccino anti Covid in Europa. Anche in questi casi la sospensione precauzionale viene definita per “eccesso di prudenza”, visto che, come ha comunicato la stessa azienda farmaceutica, al momento non esistono nessi causali chiari tra il vaccino e con i rari casi di trombi. Le Asl campane attendevano la prima fornitura di Johnson&Johnson, pari a 17300 sieri.

E a seguito della procedura di segnale condotta a livello europeo, l’Agenzia Italiana del Farmaco aggiorna gli operatori sanitari sui seguenti punti emersi dalla valutazione del vaccino AstraZeneca. Una relazione causale tra la vaccinazione con Vaxzevria (AstraZeneca) e l’insorgenza di trombosi in combinazione con trombocitopenia è considerata plausibile, anche se tali reazioni avverse sono molto rare. In questa fase non sono stati identificati fattori di rischio specifici. Gli operatori sanitari devono vigilare su segni e sintomi di tromboembolia e/o trombocitopenia e informare di conseguenza i vaccinati. 

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