Cala l’Rt, meno ricoveri in terapia intensiva. Locatelli: “C’è decelerazione”

Il report della Cabina di regia numero 26 relativo al periodo 2 – 8 novembre evidenzia che l’epidemia in Italia seppur intensificandosi per gravità a causa di un aumentato impatto sui servizi assistenziali, mostra una lieve riduzione nella trasmissibilità rispetto alla settimana precedente che, sebbene ancora molto elevata, potrebbe costituire un segnale precoce di impatto delle misure di mitigazione introdotte a livello nazionale e regionale dal 14 ottobre 2020. Tale andamento andrà confermato nelle prossime settimane e non deve portare ad un rilassamento delle misure o ad un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti.

Nella maggior parte del territorio nazionale la trasmissibilità è compatibile con uno scenario di tipo 3 con diminuzione nel numero di Regioni/PA in cui la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4. Nel periodo 22 ottobre – 4 novembre 2020, l’Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,43. Si riscontrano valori medi di Rt superiori a 1,25 nella maggior parte delle Regioni/PA italiane e superiori a 1 in tutte le Regioni/PA. Tutte le Regioni sono in rischio alto con un Rt superiore a 1,5. L’obiettivo è ridurre più rapidamente possibile l’Rt sotto 1, per evitare che un’onda lunga possa mettere in ulteriore sovraccarico i servizi sanitari. I dati sono riferiti alla settimana che va dal 2 all’8 novembre ma fanno ben sperare anche i dati del numero di accessi alle terapie intensive: 122, 110, 89 e ieri 60.

“Il dato relativo all’Rt è un indicatore della decelerazione, è l’effetto delle misure adottate con i vari Dpcm, è un inizio ma è chiaro che la trasmissibilità dell’infezione è in decelerazione”. A dichiararlo è il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e componente del Comitato Tecnico Scientifico. “C’è una decelerazione che ovviamente andrà confermata. Ieri – ha aggiunto Locatelli – è stato il quarto giorno di fila in cui si osservava un calo nelle terapie intensive, questo sta a indicare che il sistema che è stato messo a punto funziona”.

L’Iss conferma che è necessaria una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone in modo da alleggerire la pressione sui servizi sanitari. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile.

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