A scuola per realizzare sogni

I sogni dei grandi sognatori non si avverano mai, vengono sempre superati. Cit. A.N.W.
Mai sentito dire a scuola o all’università, ma è molto apprezzato dai ragazzi con i quali riesco a scambiare qualche ora di lezione.

Ecco l’alternanza istruzione/spiritualità che ho in mente, che la buona scuola di oggi non ha in programma. Gli allievi fin dalle prime classi sono dirozzati poi educati a un pensiero a ribasso rispetto alle loro potenzialità individuali, percepisco spesso, dalle loro convinzioni, come fossero ammaestrati a tale concetto, tramutato in idee e valori che rovinano in scelte improprie alle reali capacità.
Beh io cambierei la punta alla matita per immaginare il disegno della vita di ognuno, che dalle materie sottoposte, deve ritrovarsi nei propri talenti, nei propri programmi e nel percorso per realizzarli, ma soprattutto nei propri sogni.
È qui che bisogna integrare con le materie giuste per rispettare i sogni, farli prendere forma e coraggio, farli perseguire, al fine di fornire gli strumenti affinché i percorsi possano essere immaginati, creare quella confusione produttiva che fornisca gli elementi onde vengano fuori con maggior chiarezza le passioni, gli scopi e tutto quello che c’è intorno, potendolo trasformare in molti casi nel lavoro della propria vita, essere causa della propria vita e non effetto.

La risposta degli studenti di questi giorni è stata chiara, dopo le tragedie di Giuseppe e Lorenzo, hanno avvertito la voglia di realizzare il proprio percorso con le proprie capacità e le giuste guide di esperienza.

Avverto la carenza di alfabetizzazione emotiva che dovrebbe prendere il posto di certe convinzioni con le quali siamo cresciuti, prima su tutte “studia perché dopo lavorerai”, questa è una condizione che ho sempre evitato di sottoporre agli allievi, solo a pensare quando lo dicevano a me era quasi angosciante, nessuno mi diceva “studia per essere libero”, questa è una condizione che ho tradotto col tempo, creandomi competenze che oggi mi permettono di cambiare lavoro, cambiare paese e conoscere persone di ogni parte del mondo, argomentando questa prospettiva i ragazzi avrebbero un atteggiamento diverso nell’affrontare il proprio percorso di studi.

Se si ha tutta questa voglia di impegnare gli studenti nei programmi di crescita l’alternanza scuola lavoro la ritengo lontana dalle priorità, analizzando la vita di tanti ragazzi dei paesi europei e americani, il lavoro stagionale pagato è quasi obbligatorio nello stile di vita, che siano benestanti o meno fa parte dell’educazione, per pagarsi le piccole cose e dare un peso al tempo, ma non è questo il punto.
È qualche tempo ormai che il volontariato fa parte della mia vita e riesco a coinvolgere molti ragazzi, in questo modo, chi non ha mai incontrato la solidarietà, chi non si è mai sentito utile avrà delle nuove lenti con le quali può guardarsi dentro e sapere che esiste per qualcun altro che non ha mai visto prima, quel qualcuno che lo ringrazierà per esserci.
Basterebbero due ore di volontariato a settimana per ogni studente per avere modi di fare migliori, atteggiamenti verso il prossimo migliori e poter avere nel nostro paese una ruota solidale che potrebbe percorrere lunghe sfide, la famosa luce in fondo al tunnel sarà un gesto d’amore.
Non starei mai in pace con me stesso se non condividessi l’educazione alla solidarietà, questo gesto di abitudine, incosciente ormai, dovrebbe pervadere nelle scuole e nelle istituzioni, per aumentare le probabilità che ci siano sempre più persone con idee come queste

o passeggiando leggere avvisi di questo tipo con più frequenza

“Non hai abbastanza fantasia per immaginare cosa puoi fare nella tua vita, con l’impegno, la follia le giuste competenze” questo è uno slancio che può fare da trampolino agli studenti e da titolo alla nostra esistenza.

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