Birra in Villa è giunta alla settima edizione, che si è tenuta dall’11 al 13 Maggio 2019 come sempre nella splendida cornice settecentesca di Villa Calvanese a Lanzara di Castel San Giorgio, confermandosi ancora una volta come un appuntamento in grado di misurare lo stato dell’arte dei birrifici campani, presentandone le ultime novità d’interesse e permettendo di fare un bilancio del punto in cui il movimento birrario campano si trova oggi.
Tanti i birrifici presenti, rappresentativi di ogni angolo della Campania, nonostante per il secondo anno consecutivo non sia purtroppo agibile il piano superiore della struttura, che contribuiva a dare un’atmosfera il più rilassata al tutto, purtroppo adesso combinato in spazi più stretti.
Proprio per poter godere appieno dell’iniziativa, ci siamo recati di lunedì, tradizionalmente il giorno deputato maggiormente agli operatori e addetti ai lavori, e quindi meno affollato di persone (per quanto si registra un aumento medio delle presenze anche in questa giornata).
Per la provincia di Salerno erano presenti quattro birrifici, a testimonianza di varie anime e stili del movimento birricolo della nostra provincia. Tra questi, il nome di punta che spicca, per storicità e presenza sul mercato anche extraregionale, resta Birrificio dell’Aspide, splendida creatura di Vincenzo Serra, che ha portato a Birra in Villa un classico della sua produzione come la Blonde, goldenale molto beverina, oltre che una birra che personalmente amo in maniera particolare come la Zarina, Russian Imperial Stout sempre in grande forma, e per fenire una novità che racconta in maniera particolare il territorio in cui il birrificio insiste – Roccadaspide e più in generale il Cilento – ovvero una birra di segale coltivate proprio in questa splendida quanto incontaminata area.
Un’altra bella conferma viene da Bella ‘Mbriana, birrificio di Nocera che ultimamente si sta affacciando in maniera convincente anche fuori dai confini regionali (sarà presente ad esempio all’ArrogantSour Festival di Reggio Emilia a fine mese, il gotha in campo nazionale per le birre acide), e che ha portato una serie di prodotti ben realizzati, su cui spiccano la Mostò, IGA (ItalianGrape Ale, birre con l’aggiunta di mosto di vino, uno stile nato proprio in Italia, e oggi riconosciuto a livello mondiale) con aggiunta di Falanghina, davvero di ottima fattura ed estrema bevibilità, e la Simum, classico della produzione aziendale, una Dark Strong Ale di ispirazione belga (e quindi con finale tendente al dolce, corposa e con una buona carica alcolica).
Anche Aeffe, altro birrificio presente sulla scena da un decennio, ha portato una serie di prodotti a Birra in Villa, di cui abbiamo provato la Dark Strong Ale, denominata Top Rock, molto beverina nonostante la sua carica alcolica; ed infine, tra i rappresentanti della provincia di Salerno, spicca la novità di Birrificio dei Bardi, microbirrificio nato a Baronissi, che ha portato quattro birre in degustazione, tra cui segnaliamo in particolare la Rubacuori, Belgian Strong Ale corposa e dal finale lungo.
Per il resto, come detto, numerosi sono i birrifici campani presenti: dai marchi storici e rappresentativi della regiome come Karma o Birrificio Sorrento, sempre delle garanzie, o se parliamo del mondo delle acide di Birrificio Irpino, fino a novità molto interessanti come Bonavena, beerfirm beneventana molto promettente, da poco affacciatosi alla produzione.
Nota di merito per il comparto food: come sempre la carne di Le Carni Irpine è degna di lode per la sua alta qualità, e la tagliata rappresenta sempre una tappa obbligata da fare; meritevoli anche panini e caciocavallo impiccato, a testimonianza dell’attenzione al dettaglio e alla qualità che l’organizzazione pone nel proprio lavoro.
Birra in Villa rappresenta una tappa obbligata del panorama birricolo del territorio, in particolare per chi vuole conoscere e capire pregi e criticità della produzione regionale, ma soprattutto un evento dove poter provare, in un’atmosfera rilassata ed informale, prodotti di eccellenza spesso purtroppo ancora poco permeati in maniera capillare sul nostro stesso territorio.