2019. Sardina è bello

Avevo scarsa fiducia nell’umanità. Una ragazza, neanche così giovane, si vantava sul web di essere “Miss Hitler”, mentre stavano per risorgere gruppi neonazisti e le curve sud fischiavano Mario Balotelli, dicendo che non sarebbe mai stato veramente italiano, mentre la calciatrice Eni Aluka è stata costretta a lasciare a Torino, il ché è ridicolo visto che Eni è un nome molto italiano. Insomma, la situazione richiedeva un eroe. E l’eroe ha risposto, assumendo una forma inaspettata, quella di una sardina. Anzi centinaia di migliaia di sardine, un pesce che nella mia testa ha sempre avuto un’accezione negativa, un simbolo di debolezza e costrizione. Essere stipati come sardine non era un’esperienza bellissima. Ora, invece, sono fiera di essere una sardina. Lei trova nel branco la forza per sopravvivere nell’oceano. Anche Padova ha risposto all’appello nato a Bologna, nato da dei ragazzi perfettamente normali. Quando vedo Greta la ammiro molto, ma mi fa immediatamente pensare a un robot che non ride mai, mentre i capi sardine sembrano perfettamente umani. Mi hanno fatto venir voglia di partecipare alla prima “rivoluzione ittica” della storia, per usare le parole dei tre fondatori, un ingegnere, una fisioterapista e una guida turistica. Provenienze e percorsi di vita diversi, un’idea comune. E poi c’è il portavoce ufficiale, Mattia Santori, laureato, che fa molteplici lavori.

Diecimila persone si sono riversate nella centrale Piazza delle Erbe, mentre nelle altre piazze erano allestiti i mercatini di Natale. Una pioggia leggera ha accompagnato il raduno, io mi sono riparata sotto il portico con un accompagnatore che era necessario. Fossi stata da sola con il mio mezzo la folla mi avrebbe travolto. Volevo conservare un’attitudine imparziale da giornalista, ma al sentire discorsi contro il razzismo e il populismo nelle sue conseguenze più negative, mi sono commossa. Anche se l’unica richiesta concreta era la cancellazione dei decreti sicurezza, firmati dal nostro ex ministro dell’interno, insieme a una richiesta di maggiore buona educazione, soprattutto nel web. Una parte di me pensava che Salvini potesse fare e dire tutto quello che voleva, quasi fosse il Faraone, senza temere ripercussioni, invece c’è stato una specie di risveglio collettivo che mi ha entusiasmato. Non credo, tuttavia, che il movimento sia “contro” qualcuno, un partito o un singolo individuo, quanto “a favore” di una concezione della politica che rischiava seriamente l’estinzione, incentrata sui temi veri e non sull’offendersi a vicenda; trovo triste che questo “presidio di civiltà” (la definizione non è mia) venga considerato di “sinistra”.

Poi è partita l’immancabile “Bella Ciao”, cantavano tutti, persino un cane abbaiava a tempo, una canzone che fa arricciare il naso a molti. E dopo “Bella Ciao” è stato intonato l’inno italiano, infine la “Canzone del Sole”, dal sapore quasi antico. Perché le sardine non sono tutti giovani, come gli studenti di Fridays for Future (inoltre ho scoperto di essere troppo vecchia per parteciparvi, alzerei troppo l’età media). Ho visto persone sia giovani che meno giovani reggere cartelli con la stessa convinzione. Poi, invece, di alzare il pugno chiuso, tutti abbracciavano tutti e alzavano i telefoni cellulari. Le sardine non sono rosse, sono solo civili. Alla fine hanno intonato lo slogan “Padova non si lega”. In realtà noi, lontano dal palco, non lo sentivamo bene: “Che dice, che dice? Padova non si nega?”. Non so quale futuro avrà questo movimento o se avrà ripercussioni politiche, ma spero che qualcuno ascolti le sardine.

Ho letto sul Venerdì di Repubblica la lettera di un padre preoccupato perché il figlio (cresciuto lontano dalla crudele politica) era una sardina, per paura che questa scelta potesse attirargli contro un’ondata di odio. Volevo rassicurarlo, c’è solo da essere orgogliosi di un figlio-sardina. Poi, come si dice: “Molti nemici, molto onore”. Tuttavia parole come nemico e odio sono estranee al movimento e se c’è stato qualche episodio di violenza in qualche modo conseguenza delle manifestazioni, di certo i violenti non hanno nulla a che vedere con le vere sardine. In conclusione, non preoccuparti se tuo figlio diventa una sardina, non hai sbagliato con lui, piuttosto diventa una sardina anche tu.

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