Sfruttati e poi abbandonati, i lavoratori Apu occupano i centri per l’impiego

La vertenza è approdata già dalle scorse settimane sul tavolo del Ministero per lo sviluppo economico, nel corso di un incontro in cui i lavoratori Apu (attività di pubblica utilità) hanno ottenuto la promessa dal ministro Di Maio dell’inserimento della vertenza Apu nel Decreto Lavoro atteso nelle prossime settimane. Ma a quella promessa, al momento, non è seguita alcuna comunicazione su eventuali strade da intraprendere. Il governo naviga a vista e le misure annunciate nel Decreto Lavoro contengono la formula “salvo intese”, un modo per avvertire che l’esecutivo si riserva di modificare il disegno di legge prima di sottoporlo al Parlamento (che poi naturalmente potrà a sua volta emendarlo). E così, delegazioni di lavoratori Apu a Napoli, Castellamare di Stabia, Aversa e Cava dè Tirreni hanno ieri hanno occupato per diverse ore i centri per l’impiego, chiedendo il rinnovo del contratto e la possibilità di poter essere reintegrati presso gli enti locali dove fino a qualche periodo fa hanno prestato servizio attraverso progetti regionali finanziati dal fondo sociale europeo. I tagli previsti, infatti, costituiscono un enorme peso per i Comuni, che al momento non possono contare su una manodopera essenziale per svolgere lavori di manutenzione (di supporto alla forestale, addetti alla manutenzione delle strade, del verde pubblico, dei servizi cimiteriali e di tanti servizi necessari). Sostenuti dall’Unione sindacale di base (Usb) e da Potere al Popolo, i lavoratori hanno innanzitutto espresso solidarietà ai navigator, legando a doppio filo le lotte e indicando nel governatore Vincenzo De Luca uno dei principali responsabili della precarizzazione e poi dell’abbandono di centinaia di lavoratori impiegati nel settore della pubblica utilità, ex percettori di ammortizzatori sociali, spesso ex operai di quel tessuto produttivo smantellato nel Sud Italia. I lavoratori di Cava dè Tirreni rivendicano un vero piano per il lavoro e non misure tampone capaci solo di sperperare fondi pubblici senza garantire un reale modello d’occupazione.

“Fino ad oggi i lavoratori Apu sono stati sfruttati per pochi spiccioli per sopperire alle mancanze di organico degli enti. – dichiara Davide Trezza, responsabile della Federazione del sociale Usb di Salerno – Chiediamo trasparenza e chiarezza sull’utilizzo dei fondi pubblici destinati alle politiche attive del lavoro. Vogliamo sapere come sono stati spesi e che risultati hanno prodotto i 300 milioni di euro del Fondo Sociale Europeo 2014-2020. La Regione Campania deve sapere che i lavoratori Apu esistono e saranno una spina nel fianco della giunta De Luca finché non ci saranno garanzie e lavoro per tutti”.

Riproduzione riservata ©