Patryk Dziczek: profilo tecnico e tattico

Con l’ingaggio di Patryk Dziczek, giunto in prestito dalla Lazio che ha acquistato il suo cartellino dal Piast Gliwice sborsando circa due milioni di euro, Giampiero Ventura spera di colmare la lacuna in organico rappresentata dall’assenza di un metodista rapido di pensiero. Il ragazzo si presenta con ottime credenziali, avendo recitato da protagonista nell’ultimo torneo della massima serie polacca. La sua squadra, infatti, beffando compagini di grande blasone, Legia Varsavia su tutte, è riuscita ad aggiudicarsi il titolo di campione di Polonia. Impresa all’interno della quale il neo granata ha fornito il suo corposo contributo, sia in termini di importanza tattica, sia per quel che concerne le reti realizzate (3). Adesso per il virgulto di Gliwice si aprono le porte del calcio che conta, obiettivo cullato sin dalla tenera età di sette anni quando, sfidando anche una sorta di scetticismo familiare, chiedeva insistentemente al padre di assecondare il suo grande amore per il gioco del calcio. Determinazione che lo ha aiutato a bruciare le tappe e ad essere monitorato attentamente da molti operatori di squadre importanti (Atalanta, Spal, Udinese, Empoli e Parma) del calcio nostrano. La Lazio si è inserita in questa agguerrita competizione, riuscendo alla fine ad aggiudicarsi un prospetto calcistico che faceva gola a tanti. In alcune interviste rilasciate nel suo paese d’origine, Dziczek ha spesso evidenziato la sua grande ammirazione per alcuni assi del calcio spagnolo: Iniesta, Xavi e Busquets. Riferimenti tutt’altro che casuali, i quali lasciano anche immaginare i principi calcistici su cui intende costruire la speranza di una carriera importante. Ventuno anni compiuti a marzo, il ragazzo può fare affidamento su una passione intrisa di umiltà e in grado di supportarlo nei diversi stadi di crescita che ancora lo separano dalla definitiva consacrazione nel calcio che conta. Pur essendo ancora molto giovane, Dziczek ha già collezionato esperienze calcistiche significative. Nell’ordine: oltre sessanta presenze nella serie A polacca (4 gol all’attivo), lunga trafila nelle nazionali giovanili del suo paese, gettoni di presenza in Champions ed Europa League. Dal punto di vista tecnico-tattico, il neo granata è un centrocampista centrale che ama giocare a protezione della difesa, sia in una mediana a tre (3-5-2; 4-3-3), sia in una linea rappresentata da una diga composta di due uomini (4-4-2; 4-2-3-1). Pertanto, come dimostrano i suoi trascorsi recenti, è un calciatore soprattutto di presidio, disciplinato tatticamente e attento a distribuire il gioco velocemente. Nel Piast, schierato con il 4-2-3-1, il neo granata, non essendo dotato di grande gamba, raramente accompagnava le iniziative del reparto offensivo; compiti lasciati al collega di linea, l’inglese Heteley, sempre pronto a lanciarsi nello spazio ed a trasformarsi nella variabile impazzita a sostegno del quartetto avanzato (trequartista e tridente).Dziczek, svelto di pensiero e carismatico, può garantire alla Salernitana l’attivazione immediata della terza e quarta linea (mezzali, esterni ed attaccanti), le più importanti nel regalare efficacia ed imprevedibilità al calcio di Giampiero Ventura. Resterà deluso chi si attende da lui continui lanci di quaranta metri, soluzioni comunque presenti nel suo bagaglio calcistico. Compito principale del giovane centrocampista dell’est, infatti, sarà sprigionare in fretta la transizione offensiva quando la squadra granata imposterà il gioco o avvierà la ripartenza. Più difficile, ma non impossibile (soprattutto in caso di necessità), immaginarlo nei panni di dinamica mezzala impegnata in entrambe le fasi di gioco. Dai filmati, al momento unico metro di valutazione disponibile, appare un calciatore abbastanza compassato e non eccelso sul piano della costanza podistica. Attendiamo, quindi, di vederlo all’opera dal vivo per farcene un’idea più articolata. In ogni caso, si tratta di un elemento che potrà risultare utile all’interno dell’idea calcistica che dimora nella testa di Ventura. 

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