Di granata si colora la laguna. La Salernitana è salva!

Benedetti rigori. Mai come oggi, il tiro dagli undici metri ha una sua provvidenza. Al termine di una partita sofferta e sportivamente drammatica, la Salernitana la spunta all’ultimo respiro e si aggiudica la permanenza in serie B. La tifoseria si è riversata in strada nei quartieri, caroselli spontanei salutano la salvezza. Al termine di una stagione surreale, l’incontenibile passione di una piazza costantemente illusa può sfociare nella festa. L’ultimo pallone dei primi cento anni di storia granata non poteva riservare un dolore lancinante. Il centenario è alle porte, e il cavalluccio emerge dalla laguna più radioso che mai.

La cronaca

La giornata non inizia sotto i migliori auspici, con Menichini che, nel varare l’annunciato 4-3-3, perde Jallow in extremis a causa di un infortunio patito nel riscaldamento. In avanti spazio dunque ad Andrè Anderson a sinistra. Squadre da subito nel vivo del match, la lunga inattività e l’impegno di mercoledì sulle gambe, in concorso con il primo caldo, costringono i protagonisti a tentare di innestare subito la partita sui binari giusti. L’ambiente si rivela caldo, nonostante la diserzione della curva del Venezia. E allora sugli spalti è un monologo granata, la voce degli oltre ottocento giunti da Salerno imperversa per il Penzo annullando, di fatto, il fattore campo. Al quinto la prima occasione: l’ex Bocalon, tradito dalla frenesia, sciupa da solo davanti a Micai. Menichini schiera il difensore più prolifico del campionato, Casasola, in avanti a sostegno di Djuric. Il gioco aereo è così ad appannaggio dei granata e, fin dalle prime battute, l’apprensione della retroguardia lagunare conosce livelli insoliti. Al quarto d’ora una punizione di Pucino scende insidiosamente ma non abbastanza per costringere Vicario all’intervento. I primi trenta minuti di gara certificano il disagio del Venezia nel costruire occasioni da gol, vittima di una maggiore pressione rispetto alla Salernitana. La disposizione tattica architettata da Menichini non è però un elemento trascurabile: la manovra del Venezia finisce stroncata dall’interdizione della linea mediana granata. Al recupero della palla segue una sistematica ricerca degli esterni per tentare l’affondo. Molto sfruttata quella sinistra, dove opera, in maniera non sempre incisiva, Andrè Anderson. Il Venezia non trova varchi, la Salernitana si è calata perfettamente nel mood della partita, dal centrocampo in giù non sono ammesse leggerezze. E gli uomini di Menichini non ne commettono. Al minuto trentacinque Mantovani chiude su Bocalon in area. Il Venezia, come da copione, cresce nel finale di tempo. Al 38esimo diagonale perfetta di Lopez salva davanti a Micai su traversone insidioso proveniente dalle parti di Pinato. Dopo due minuti l’episodio che sblocca la partita: Modolo manda a sedere Lopez esibendo doti difficilmente riscontrabili in un difensore, e punisce Micai con una traiettoria letale. E’ il vantaggio del Venezia. Allo scadere Minala colpisce con una gomitata lo stesso Modolo, il direttore di gara ricorre al Var e non perde altro tempo nel mostrare il rosso all’eroe del Partenio. La gravità del suo inspiegabile gesto costringe Menichini a ridisegnare la squadra in vista della ripresa. Il secondo tempo inizia sulla falsariga del primo, con il Venezia che prova a raddoppiare. La Salernitana si affaccia in avanti al 51esimo con un tiro di Andrè Anderson, con replica tre minuti più tardi, l’ultima palla della sua partita la spara alto dopo un’iniziativa di personale. Fuori Andrè Andersona a beneficio di Orlando, a cui Menichini chiede di puntare l’uomo e guadagnare la profondità per servire Djuric. La Salernitana resta accorta per non naufragare, si affida ai suoi attaccanti per affacciarsi in area, l’inferiorità numerica costringe i granata a ricorrere a lunghi lanci in avanti bypassando il centrocampo nonostante un Di Tacchio monumentale, che nella ripresa fa anche per Minala. Al minuto 74, proprio Di Tacchio ci prova dalla distanza bucando ancora la rete che separa il settore ospiti dal campo. Micai salva due volte, su Lombardi prima, su Domizzi poi. Pinato a dieci minuti dalla fine dei regolamentari ha la palla per chiudere il match ma è tradito dal controbalzo oltre che dalla scarsa prontezza. La Salernitana fatica a costruire ma regge fino alla fine e trascina la gara ai supplementari. Il primo tempo supplementare si apre con un Venezia arrembante e in continua proiezione offensiva. La squadra di Menichini concede poco e si affida al lancio verso la la sua torre nel tentativo di trovare una sponda per gli esterni. Zigoni da fuori area approfitta della porta granata momentaneamente sguarnita, il pallonetto però sfiora soltanto la traversa. Il resto è uno stato di autentico patimento, innescato non tanto dalla portata delle occasioni dei veneti, quanto più perchè, con lo scorrere del tempo, le squadre vanno incontro al proprio destino. Nel secondo tempo supplementare Micai si allunga sul colpo di testa di Zigoni, la provvidenziale parata tiene a galla la Salernitana. Ancora brividi fino alla fine, nella confusione dovuta alla stanchezza. A denti stretti, inserendo Calaiò e Mazzarani, la Salernitana si consegna alla lotteria dei rigori giocandosi le ultime sue carte.

Ed eccoli, i tiri dagli undici metri. La Salernitana si gioca una stagione senza ambizioni, in cui si è lasciata morire troppo presto. Si tirano sotto la curva granata, ma tutti, da casa e sugli spalti, perdono qualche anno di vita sportiva. Alla fine, però, al Venezia sono fatali gli errori di Bentivoglio e Coppolaro. Impeccabili, invece, le esecuzioni dei granata. E’ la vittoria. La vittoria di Menichini, un tecnico che toccato le corde giuste, riattivando una macchina che sembrava definitivamente impantanata. E’ la vittoria dei tifosi, nonostante tutto. Nonostante i dissapori e la frattura con la società difficilmente ricomponibile. Ma il tempo della resa dei conti è rimandato. La passione popolare che ha travolto la Salernitana nei suoi cento anni di storia merita di potersi sprigionare ancora una volta. E’ quasi il 19 giugno del 2019.

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