Cosa ci spinge ad essere motivati?

Vi siete mai chiesti cosa vi ha spinto a raggiungere un obiettivo che sembrava irraggiungibile? Cosa vi ha dato quell’energia cosí forte da non abbattervi di fronte ad ostacoli, ansie e preoccupazioni? Vi siete mai chiesti come abbia fatto quell’amico a raggiungere la meta che voi non riuscite a raggiungere? Molto probabilmente quell’amico era tanto motivato a raggiungere il suo obiettivo. Ma cos’è la motivazione e come si fa ad essere motivati verso qualcosa?

Se state leggendo questo articolo siete motivati da qualche forza che vi spinge alla
conoscenza di questo costrutto.

La motivazione è un processo o stato interiore che almeno in parte rende conto del perché
un soggetto intraprenda o non intraprenda un’azione finalizzata al raggiungimento di un
determinato scopo od obiettivo. La motivazione quindi ci aiuta a prendere delle decisioni, ci
aiuta ad andare avanti e a non fermarci mai.

La motivazione quindi ci permette di capire perché la persona svolge un determinato
compito, come lo svolge , quanto insiste per raggiungere un determinato compito ma
soprattutto i motivi per il quale lo svolge. La motivazione è connessa alla componente
emotiva ( sia positiva che negativa), infatti in base alle emozioni che provate si puó
raggiungere o meno un obiettivo.

Per attivare un comportamento la motivazione coinvolge le forze:

  • Biologiche
  • Emotive
  • Sociali e cognitive

Esistono due tipologie di motivazione, quella in cui la persona è motivata da spinte di
tipo elementare o basilare per la sopravvivenza dell’individuo (come la fame, la sete,
ecc.) oppure quelle che nascono al di fuori dell’individuo e possono comportare premi
come trofei, denaro, riconoscimento sociale o elogi. In effetti l’uomo è semmai da
considerare come un essere sempre attivato ed in movimento il cui procedere comportamentale è regolato in primo luogo da fattori interiori ed in secondo luogo derivanti dall’esterno.

Un uomo che decide di iniziare il Cammino di Santiago potrebbe avere una motivazione intrinseca a percorrerlo solo per una gratificazione personale. Mentre l’uomo che lo inizia incitato dall’amico che gli darà una ricompensa in denaro molto proficua genera una motivazione estrinseca, dato che non sarà una decisione strettamente personale e connessa al raggiungimento di desideri e necessità.

Bandura (1997) considerò l’autoefficacia come una variabile in grado di predire omportamenti, affetti e processi cognitivi, egli afferma che ogni persona compie scelte, trova motivazioni e regola il suo comportamento basandosi sul proprio sistema di convinzioni. In base al proprio sistema di valori che forniscono un ulteriore incentivo si potranno raggiungere scopi ed aspirazioni personali.

Nel compiere l’azione le persone prevedono i risultati del loro impegno, valutando i costi e
benefici materiali, effetti sociali positivi e negativi ed un’autovalutazione.

L’autoefficacia ha una certa influenza sulla motivazione, ma allo stesso modo ha una grande importanza nella scelta degli obiettivi. Gli obiettivi sono scelti dall’individuo rispetto alle capacità che ritiene di possedere e alle attività in cui si suppone di riuscire con successo. Quindi l’individuo evita situazioni in cui non si sente pronto e né all’altezza.

Quando invece ci siamo demotivati come ci comportiamo? Come facciamo ad essere di
nuovo motivati di fronte alle difficoltà? Ne parleremo nel prossimo articolo.

Christelle Sammartino – Dottoressa in Psicologia

christellesammartino@live.it

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