Campania, crescono le diseguaglianze, frena la ripresa. Il turismo l’unico motore

Il rapporto annuale 2018 di Bankitalia per la Campania, redatto dalla Sede di Napoli della Banca d’Italia con la collaborazione della Filiale di Salerno, certifica quanto già annunciato dagli indicatori economici e dalla percezione comune: all’interno della regione si assiste a un rallentamento dell’economia rispetto all’anno precedente, soprattutto nel secondo semestre. La ripresa, in atto dal 2014, subisce una battuta d’arresto e le stime per l’anno in corso non lasciano presagire a nulla di buono. Il peggioramento congiunturale, che ha interessato la regione specie nell’ultima parte dell’anno, si è esteso a tutte le principali componenti dell’economia campana. Nel 2018 l’occupazione in Campania è calata, interrompendo la fase espansiva registrata a partire dal 2015. I livelli occupazionali si sono tuttavia mantenuti nel complesso su valori analoghi a quelli pre‑crisi. Il tasso di disoccupazione permane elevato, nonostante il calo del 2018 mentre l’offerta di lavoro si è contratta riflettendo il calo sia nel numero delle persone in cerca di lavoro sia in quello degli occupati. Il peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro ha inciso sui consumi delle famiglie che hanno nel complesso rallentato. La cupezza del rapporto s’infittisce al capitolo diseguaglianze. La Campania presenta una diffusione della povertà superiore alla media italiana e una diseguaglianza più ampia dei redditi, e il benessere delle famiglie campane risente non solo di divari reddituali elevati ma anche di una più bassa qualità dei servizi pubblici e di peggiori condizioni di salute rispetto ad altre aree del Paese. Le uniche note positive sembrano provenire dalle imprese, la cui redditività è migliorata. Secondo l’indagine, su un campione di aziende dell’industria e dei servizi con almeno 20 addetti, nel 2018 la redditività si è rafforzata: circa il 68 per cento delle aziende campane ha conseguito un risultato economico positivo. Il Pil cresce, ma lievemente (0,5%), crolla l’export (-3%), ma il vero elemento trainante dell’economia campana è il turismo.

Il turismo

Con 2,3 miliardi d’introiti derivanti dalla presenza di visitatori, il turismo è il principale propulsore della Campania. Un settore in decisa e costante crescita (63% in più rispetto alla media nazionale). Il merito dell’exploit è da attribuire alle iniziative culturali e alle politiche di promozione, comunicazione e valorizzazione, e a una generale presa di coscienza delle potenzialità di progetti collegati alla filiera turistico -culturale. Senza trascurare il boom delle aree museali e archeologiche: dal Mann alla Reggia di Caserta, dagli scavi di Pompei ed Ercolano ai magnifici templi di Paestum. Secondo dati del Ministero per i Beni e le attività culturali in Campania i visitatori di musei, monumenti e aree archeologiche statali, al netto di quelli delle aree verdi di pertinenza, sono aumentati del 3,5 per cento nel 2018 rispetto all’anno precedente. L’incremento è stato maggiore per gli istituti statali resi autonomi con la riforma Franceschini del sistema museale statale avviata nel 2014. Con effetti benefici sull’intero indotto: ristoranti, guide turistiche, strutture alberghiere, B&b. E un fermento, prospero, del mondo culturale.

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