Si è tenuto ieri un incontro fra il ministro della Salute Roberto Speranza, e il Presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga ed a cui hanno partecipato anche Giovanni Rezza, Direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute e Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Nel corso del confronto è stata discussa e condivisa una linea di azione per le zone bianche che sarà poi recepita in una prossima ordinanza del Ministro.
La proposta condivisa con il Governo prevede che, fermi restando i criteri base della prevenzione, mascherine, distanziamento, areazione e sanificazione luoghi chiusi, una volta che una Regione entri nella zona bianca, sia superato il cosiddetto ‘coprifuoco’ e si possano anticipare al momento del passaggio le riaperture delle attività economiche e sociali per le quali la normativa vigente (d.l. n.52/2021 e d.l. n.65/2021) dispone già la ripresa delle attività in un momento successivo.
Il riferimento per lo svolgimento delle attività è quello delle “Linee guida per la riapertura delle attività economiche e sociali”, adottate dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e degli altri protocolli.
In Campania il virus circola meno velocemente, sebbene sia oramai prevalente la variante inglese. Anche l’andamento con proiezione a 7 giorni dei positivi Covid in Campania, realizzato dall’Agenas, indica una curva in netto ribasso. Confortante anche l’occupazione di terapie intensive e reparti di degenza ordinaria: 13% per le terapie (il livello minimo di allarme è 30) e 20 per le degenze (livello minimo 40%). Per conseguenza, secondo le previsioni dello Sportello Salute ANCI Campania, se il calo dovesse confermarsi nelle prossime 3 settimane, e l’incidenza dovesse permanere sotto la soglia dei 50 casi su 100 mila abitanti, la Campania potrebbe colorarsi di bianco a partire dalla terza settimana di giugno 2021. Nonostante le previsioni, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, annuncia nuove misure di rigore: “Portare la mascherina è un piccolo sacrificio rispetto alla chiusura di interi settori economici. E quindi dovremo indossarla anche quando il contagio sarà quasi azzerato. Almeno noi ci muoveremo in questa direzione. Adotteremo ordinanze di rigore per quello che riguarda comportamenti che non sono sconvolgenti per la vita delle persone”.
Il crollo dei contagi si registra in tutto il Paese. E’ quanto emerge dal nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe: dal picco del 6 aprile, i posti letto occupati in area medica sono scesi da 29.337 a 8.557 (-70,8%) e quelli nelle intensive sono passati da da 3.743 a 1.323 (-64,7%). Merito delle misure restrittive degli ultimi due mesi e dell’effetto delle coperture vaccinali nelle classi di età più avanzate.