Studio 1 – Vexata quaestio, seconda Mostra dell’artista Luca Matano, sarà esposta fino alla fine del mese di dicembre nella magica cornice del Bar Verdi, nel cuore del centro storico di Salerno. Disegnatore classe 1995, Luca Matano è nato e cresciuto a Salerno, ma grazie ai suoi studi in Filosofia, ha trascorso i floridi anni universitari tra la città di Napoli e la Germania, luogo in cui ha potuto studiare e approfondire i temi artistici e filosofici legati al Dramma Barocco Tedesco.
La Mostra si compone di 13 tavole ed è un’interrogazione – non di certo originale, pertanto “vexata” –sulla migliore espressività della forma-paesaggio, che si riflette sulla perfetta proporzione tra linea realistica e linea astratta. Alcuni tra i magnifici scorci di Salerno, che emergono dalle tavole, sono in gran parte dei casi estremamente tesi verso una di queste due linee, così da rendere il contrasto tra le due forme espressive chiaramente visibile, per poterlo così comprendere e, infine, superare.
Frutto di una intensa chiacchierata, nel corso di una nostra visita presso gli spazi espositivi del Bar Verdi, sono le parole dell’autore stesso. Matano ci racconta appunto come è nata e come poi si è sviluppata questa raffigurazione su carta di alcuni tra i più suggestivi scorci di Salerno.
Spiega così l’artista, “Vexata Questio, dal latino questione già dibattuta, mi sembrava la sintesi perfetta per una Mostra che volesse rappresentare uno dei dubbi, quello sulla migliore espressività possibile di una linea tra realistico e astratto, che attraversa da sempre la storia dell’arte. Vexata perché già ampiamente dibattuta, una questione che ogni artista deve affrontare; sviscerando uno ad uno i passi che ha avuto la storia dell’arte, rapportandoli ad una propria crescita personale. Solo così a mio parere si può capire come si è arrivati a livello attuale. Dalla mia prima esposizione a questa mi sento molto cresciuto, sia dal punto di vista artistico sia personale. È questo che vorrei trasmettere agli appassionati di disegno, pittura e arte”.
Matano, con assoluta sensibilità, ha scelto la cornice del Bar Verdi per portare in scena una rappresentatività concreta e sincera dei luoghi nascosti e mistici della città di Salerno.
“Queste tavole le ho concepite durante un periodo di studi, incentrato su Walter Benjamin e sul Dramma Tedesco, con l’obiettivo di capire come si fa a esprimere lo spirito di un luogo, restituendone la verità effettiva. Si lavora così sul concetto di aura, come l’anima effettivamente istantanea e immediatamente sintetica di un luogo”.
Vexata Quaestio, studio di linee tra il reale e l’astratto
Il giovane disegnatore, nella realizzazione di questo spazio artistico, non ha mai perso di vista l’essenza primaria del valore artistico della filosofia di Benjaminiana memoria, raffigurare cioè qualcosa che non sia solamente bello, ma che potesse rappresentare qualcosa di vero.
“Ma come si fa a trasmettere l’Aura di un luogo nella sua interezza e verità? Io credo che si debba riportare qualcosa di realistico in qualcosa di astratto, con un qualcosa che si avvale dello stile puramente rappresentativo o di uno stile figurativo. Dandogli un’interpretazione un po’ astratta, si riesce comunque a restituire qualcosa nel modo più realistico possibile”.
Il turbinio di linee, unite con sinergia e precisione, incarnano il senso stesso del Dramma Barocco di cui Benjamin si fa portavoce, in una magnifica e concreta rappresentazione dell’opera d’arte.
“Alla domanda “cosa c’è di me stesso all’interno dei miei disegni”, posso dire nonostante un tentativo di nascondermi dietro ai miei disegni, di cercare di raffigurare la realtà così come appare, è difficile non lasciar trapelare qualcosa di sé. Lo si evince in particolare dai giochi di luce nelle mie opere, dove si vede l’attenzione ai dettagli e un lavoro molto personale”.
Rispetto alla prima Mostra dell’artista, divenuta poi spartiacque tra il periodo pre-covid e questo nostro che stiamo vivendo ora, Studio 1 – Vexata Quaestio viene concepita come un qualcosa di unitario, che avesse cioè un filo conduttore e un tema portante che accomunasse tutte le opere esposte. Prima di questi disegni Matano non aveva mai ritratto paesaggi. Da alcuni mesi, però, osservando i luoghi che lo circondano e guardandoli con occhio diverso, ha pensato di provare a lavorarci cercando dunque di rappresentare la realtà sul foglio bianco.
Il dramma barocco tedesco trova massima realizzazione in questo “studio”, che si prefigge appunto di ricercare il proprio senso sotto lo sguardo attento di chi osserva.