L’incontro tenutosi ieri al Ministero dello Sviluppo Economico sulla vertenza Treofan, cui hanno partecipato dirigenti, esponenti della società indiana che ha rilevato l’azienda licenziando ottanta lavoratori e una rappresentanza parlamentare del M5S capitanata dalla deputata battipagliese Anna Bilotti, non ha prodotto nessun punto di svolta. L’elemento in grado di aggravare ulteriormente la situazione dei lavoratori risiede adesso nell’atteggiamento della proprietà indiana, più volte dichiaratasi disponibile a un disimpegno in favore di nuovi imprenditori ma sempre lontana dall’agire di conseguenza. Dal tavolo di ieri al MiSe, traspare l’incoerenza del gruppo: secondo quanto stabilito dagli ultimi accordi, al cospetto di un contributo statale per la cassa integrazione, la multinazionale indiana Jindal avrebbe sondato ogni possibile alternativa industriale ma l’advisor al momento ha prodotto solo due offerte a fronte delle centinaia paventate, insinuando il sospetto è che non si voglia realmente procedere alla reindustrializzazione. “Un’ipotesi che confermerebbe fino in fondo l’atteggiamento al limite della legalità, se ancora ce ne fosse bisogno. Continuiamo a stare vicino a questi lavoratori che anche oggi sono venuti numerosi da Salerno per difendere i propri diritti. Siamo sicuri che il governo non cederà di fronte al comportamento ambiguo e in certi frangenti provocatorio della proprietà indiana. Le multinazionali la devono smettere di venire in Italia a fare affari sulla pelle dei cittadini”, ha dichiarato la deputata Anna Bilotti.
A oggi, è stata completata la fase di analisi e definizione del progetto, ed è iniziata quella di ricerca di aziende potenzialmente interessate. La fase di ricerca ha prodotto, al momento, solo due manifestazioni preliminari d’interesse. Il lavoro di ricerca proseguirà su tutto il bacino dei potenziali interessati.